Ci sarebbe una pratica estrema in voga tra gli adolescenti di Roma Nord: consisterebbe nell'attraversare a piedi l'arteria di corso Francia, fuori dalle strisce o con il semaforo rosso per i pedoni. Una bravata da postare sui social per un momento di celebrità. Un'amica di Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, le due 16enni morte sabato scorso investite da un suv guidato dal 20enne Pietro Calabrese, ne ha parlato come di un'abitudine diffusa tra i suoi coetanei. Una sfida di cui anche lei si è resa protagonista restando illesa.

Il papà di un'altra ragazzina, ha parlato di un 'giochino del semaforo rosso'.

Intanto ieri nella chiesa del Preziosissimo Sangue al Fleming gremita di gente si sono svolti i funerali delle due studentesse del liceo Gaetano De Sanctis. Nell'omelia, il parroco ha avuto dure parole verso chi guidi in stato alterato.

Corso Francia, il folle gioco del sabato sera

"Una leggerezza, un azzardo, finora nessuno dei miei amici aveva avuto un incidente": con questi termini, la 16enne Cecilia che di Gaia era amica, ha descritto al quotidiano La Repubblica quella che sarebbe una pratica diffusa tra i giovani. Attraversare corso Francia nel punto pericoloso dove Gaia e Camilla hanno perso la vita, sarebbe una sfida praticata dagli adolescenti di ponte Milvio. Cecilia che con Camilla aveva fatto la scuola media al Fleming, ha raccontato di averlo fatto anche lei: prendere la rincorsa, scavalcare il guardrail, correre più velocemente possibile per spostarsi da una sponda all'altra di corso Francia, strada a due carreggiate, ognuna a tre corsia, una vera e propria autostrada in città dove si tende a correre, specie di notte, con l'aggravante che è scarsamente illuminata.

Ma perché fare questo gioco ad alto rischio in presenza di semaforo e strisce pedonali? "Forse perché abbiamo sedici anni" una delle spiegazioni date da Cecilia. Le altre: sbrigarsi a raggiungere gli amici, non fare tardi sulla via del ritorno a casa come alla mezzanotte del sabato in cui Camilla e Gaia sono morte, ma anche "perché è divertente" pensando dal punto di vista di un adolescente che non possa accadere nulla.

Ora Cecilia si rende conto che è assurdo che siano dovute morire due coetanee per insegnare agli adolescenti che non si debba mettere a rischio la vita.

Un papà ha riferito al Messaggero qualcosa di analogo parlando di 'giochino del semaforo rosso'. Ha spiegato che gli è stato rivelato da sua figlia e da un'altra amica dopo la morte delle due 16enni.

Gli sono venuti i brividi scoprendo che ragazzini attraverserebbero, il sabato sera e non solo, le due carreggiate di Corso Francia mentre per i pedoni è rosso e per le auto che sfrecciano è verde, solo per il gusto di sfidare la sorte. E intanto riprendersi con i telefonini per creare storie da pubblicare su Instagram, il tempo che durano: 24 ore.

Infine, c'è la testimonianza di Davide l'amico di Pietro Genovese, l'investitore agli arresti domiciliari dal 26 dicembre. Quella sera era a bordo della Renault Kaleos guidata da Genovese, seduto sul lato passeggero. Agli inquirenti ha detto che l'impatto sarebbe stato inevitabile perché pioveva, era buio, sarebbero apparse due sagome all'improvviso e poi avrebbe visto il corpo di una delle due rimbalzare sopra il cofano dell'auto.

L'amico, figlio del regista Paolo, non sarebbe stato drogato né ubriaco. Ma gli esami alcolemici e tossicologici raccontano altro: è certo che fosse alla guida con un tasso alcolemico di 1,4 per litro, tre volte maggiore della soglia consentita per legge. Sono stati riscontrati cannabinoidi e cocaina nel sangue dell'indagato: andrà stabilito se stesse guidando sotto l'effetto di stupefacenti.

Dura omelia: 'Il senso della vita è guidare sbronzi?'

"Il senso della vita non è bere e fumarsela": parole pronunciate da don Gianni Matteo Botto parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue, alla collina Fleming, dove ieri si sono celebrati i funerali di Gaia e Camilla. Nel corso dell'omelia don Gianni Matteo Botto ha detto che da giorni la comunità si interroga sull'insensatezza di quanto accaduto.

Proprio qualche giorno fa, Camilla aveva chiesto alla sua famiglia il senso della vita. Il prete ha rivolto la domanda ai presenti: "Magari quando sei sbronzo o sei fatto ti metti a guidare? Questa è la vita? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un po' palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela".

L'investitore il 2 gennaio dovrà affrontare l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Bernadette Nicotra: l'accusa è di omicidio stradale plurimo. Intanto i genitori di Gaia, Gabriella Saracino e Edward Von Freymann che hanno tra i difensori l'ex ministro Giulia Buongiorno, hanno chiesto rispetto per il loro dolore invitando chi scrive di questa tragedia alla prudenza. Quando ce la faranno, diranno la loro sulle ricostruzioni "diffuse dai media con troppa leggerezza".