Matteo Bassetti, infettivologo e primario all'ospedale San Martino di Genova, è tornato a parlare del Coronavirus. Lo ha fatto da ospite della trasmissione L'aria che tira di La 7. Esprimendosi sulle parole pronunciate dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, Bassetti ha innanzitutto avallato la tesi secondo cui il numero di contagiati sarebbe sottostimato per via del fatto che un certo numero di individui infetti potrebbe sfuggire ai radar delle Istituzioni.
Questo a lungo andare potrebbe confermare l'idea che, alla fine, si avrà un'epidemia con milioni di casi, molti dei quali potrebbero non essere mai censiti.
Una buona notizia per chi supererà senza conseguenze l'infezione, pessima invece per tutti gli altri considerato che gli asintomatici potrebbero essere veicolo di contagio senza saperlo. Bassetti ha inoltre manifestato gradimento rispetto ad un'eventuale aumento dei tamponi sulla popolazione, ma anche riserve rispetto alla possibilità che il sistema sanitario possa reggere la cosa.
Bassetti invita ad osservare i dati con cautela
I dati del 23 marzo hanno consegnato un trend dei contagi in rallentamento. Bassetti sceglie però la prudenza: "Bisogna avere cautela, sono dati incoraggianti. Occorre vedere un attimo se abbiamo veramente scollinato. Le diverse situazioni vanno valutate. La Lombardia è partita molto prima e potrebbero essere segnali incoraggianti.
Dobbiamo vedere se le altre regioni confermeranno i numeri".
Parlando poi dell'effettivo numero di infetti, Bassetti si è mostrato d'accordo con l'ipotesi avanzata da Borrelli nelle ultime ore secondo qui il numero di positivi sarebbe molto più elevato di quello rilevato: "Lo dissi qualche settimana fa. Questa è una infezione nuova.
Dà una serie di casi molto più blandi in cui le persone sono asintomatiche o poco sintomatiche. Queste rappresentano anche più di dieci volte i contagiati. Anche venti. Alla fine avremo un'epidemia virale con milioni di contagiati".
Coronavirus forse meno letale delle attuali percentuali
Un alto numero di contagiati, a cose terminate, renderebbe però la popolazione meno vulnerabile a nuovi arrivi del coronavirus, "L'immunità di gregge - ha detto Bassetti - ci auguriamo possa avvenire per evitare seconde o terze ondate.
E' evidente che nel momento in cui dovessimo sviluppare gli anticorpi potremmo non farci contagiare".
Se i contagiati sono molti più di quelli individuati anche l'indice di letalità per forza di cose non è quello corretto: "Quello che succederà - ha dichiarato in chiusura Bassetti - sarà una pandemia con milioni di casi nel mondo e che alla fine darà un impatto importante sul sistema, ma dovremmo andare anche a valutare l'impatto sulla letalità. Il dato del 7-8% è sovrastimato rispetto a quello che sarà. Se il numero dei contagiati è dieci-venti volte maggiore sarà diverso". Virologi ed infettivologi aspettano dunque l'evoluzione della situazione e nel frattempo continuano a combattere.