Non riescono a darsi pace Eleonora e Caterina Mirabello. I loro fratelli, Davide e Massimiliano (braccianti agricoli di 36 e 40 anni) sono scomparsi il 9 febbraio scorso, in circostanze misteriose da Dolianova (piccolo centro del Sud Sardegna). Le ricerche, rese difficoltose anche dall'emergenza Coronavirus, sono state sospese nei giorni scorsi. Eleonora disperata, ha lanciato un appello dalle pagine di Fanpage chiedendo che non si smetta di cercarli. Dell'inquietante caso di Cronaca Nera, nelle scorse settimane, si è occupata anche la trasmissione di Federica Sciarelli, "Chi l'ha visto?".

L'appello della sorella di Davide e Massimiliano

A causa dell'emergenza sanitaria che sta colpendo, in queste settimane l'Italia, le ricerche di Davide e Massimiliano Mirabello sono state sospese. I familiari, però, vogliono sapere cosa è accaduto veramente ai due braccianti. Così, una delle loro sorelle, Eleonora, ha voluto lanciare un appello attraverso il magazine online "Fanpage": "Vi prego, riprendete le ricerche - ha implorato - devo poter dire ai miei nipoti dove si trovano i loro padri, anche se questo dovesse significare portarli su una tomba".

La donna, a questo punto, teme il peggio "Non mi faccio illusioni - ha dichiarato - so che è accaduto qualcosa di brutto. Però, a nome della famiglia, chiedo di poter riavere i loro corpi per poterli riportare a casa, nel Vibonese.

Poi la giustizia potrà fare il suo corso". Eleonora ha poi aggiunto: " Sono due esseri umani, non si posson dimenticare così".

La donna, ben consapevole delle difficoltà causate dall'emergenza in corso, non chiede che le operazioni di ricerca vengano condotte mettendo a rischio la salute e la sicurezza delle forze dell'ordine.

Tuttavia non vuole che vengano sospese. "Chi gli ha fatto del male - ha concluso - ha già avuto tutto il tempo necessario per occultare i corpi e le prove, non possiamo lasciare che il tempo cancelli le ultime tracce utili".

Anche Caterina, l'altra sorella di Davide e Massimiliano, si augura che, presto, vengano organizzate nuove battute.

“È un nostro diritto conoscere la verità”, ha affermato.

La scomparsa di Davide e Massimiliano

Massimiliano e Davide Mirabello, originari di San Gregorio d’Ippona, piccolo centro della provincia di Vibo Valentia in Calabria, ma da tempo residenti in Sardegna, hanno fatto perdere le loro tracce domenica 9 febbraio da Dolianova. Quel giorno, come ricostruito, intorno all'ora di pranzo hanno lasciato la loro abitazione in tutta fretta. I familiari, dopo qualche ora, non vedendoli rientrare e non riuscendo a contattarli, hanno dato l'allarme e presentato denuncia di scomparsa.

Le ricerche si sono subito concentrate nelle campagne del Campidano e, per giorni, i carabinieri della locale Compagnia, coadiuvati dai militari del Comando provinciale di Cagliari, dai Cacciatori di Sardegna e da unità cinofile hanno battuto l'area.

Il 12 febbraio è stata ritrovata la Wolkswagen Polo dei fratelli Mirabello, alla periferia di Dolianova e, poco più tardi, vicino all'abitazione di Davide e Massimiliano è stato rinvenuto anche un maglione ed alcune tracce di sangue (attribuite proprio ai fratelli).

Davide e Massimiliano potrebbero essere stati uccisi

Il sostituto procuratore Gaetano Porcu, nelle scorse settimane, ha deciso di aprire un fascicolo con l'ipotesi di duplice omicidio. Una decisione necessaria per consentire accertamenti immediati sull'automobile di Davide e Massimiliano. Per ora, risultano indagate due allevatori di Dolianova, vicini di casa dei Mirabello: Joselito e Michael Marras (padre e figlio). I due fratelli, tempo fa, avrebbero avuto con loro dei violenti contrasti.

Nelle scorse ore l’avvocato cagliaritano, Gianfranco Piscitelli ha annunciato di aver ricevuto, in via ufficiale, il mandato sia come legale di fiducia che come Penelope Sardegna (onlus di cui è presidente e che si occupa degli scomparsi e dei loro familiari) da Caterina Mirabello.

"Mi attiverò con le indagini difensive a 360 gradi" - ha dichiarato precisando che sarà affiancato da esperti come la dottoressa Roberta Bruzzone (nota criminologa investigativa e psicologa forense), la dottoressa Chantal Milani, l'avvocato Elisabetta Magrini e la dottoressa Emanuela Piredda. "Chi dimentica cancella - ha concluso - ma noi non dimentichiamo”.