Ieri sera, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con una conferenza stampa in diretta, ha illustrato i punti principali contenuti nel nuovo Dpcm che costituiranno la cosiddetta Fase 2. A partire del 4 maggio, infatti, riapriranno aziende manifatturiere e negozi all’ingrosso. Invece, le attività commerciali al dettaglio potranno rialzare la saracinesca a partire dal 18 maggio. Mentre, stando a quanto annunciato dal Premier, parrucchieri ed estetisti dovranno attendere fino al 1° giugno per poter riaprire.

Le poteste via social di parrucchieri ed estetisti

In molti tra parrucchieri ed estetisti, dopo aver appreso la notizia della data di riapertura indicata dal governo, hanno fatto notare che il 1° giugno cade di lunedì (giorno di chiusura) e che, inoltre, il 2 giugno è festa. Così, la scrittrice Nadia Terranova, con una battuta sarcastica, ha sottolineato la scelta non proprio azzeccata del 1° giugno: "Solo un maschio poteva annunciare la riapertura dei parrucchieri il primo giugno".

In pochissime ore, è montata perciò la protesta sui maggiori social network ed è stato coniato anche un hashtag ad hoc: #parrucchieri. Al fianco dei parrucchieri si è schierato anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “Riapre il gioco d'azzardo ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi”.

E, infine, lo scrittore Paolo Roversi ha chiosato sulla data di riapertura osservando che al 1° giugno "ci arriveremo tutti spettinati e coi capelli in disordine, ma vivi".

Questa mattina, inoltre, sulla linea delle proteste sviluppatesi via social, due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati all’entrata del loro attività in segno di protesta contro le misure anti-contagio dell’ultimo Dpcm.

A rischio chiusura 50.000 imprese

La chiusura di imprese di acconciatura e di estetica prevista per contrastare la diffusione del Coronavirus nei mesi di marzo, aprile e maggio avrà una ricaduta economica stimata in oltre un miliardo di euro di mancati incassi. Inoltre, “la chiusura di parrucchieri e centri estetici fino al 1° giugno mette a rischio 50.000 imprese”.

A lanciare l’allarme è il Presidente di Cosmetica Italiana (Associazione nazionale imprese cosmetiche), Renato Ancorotti che ha sottolineato anche che il perdurare del periodo di chiusura imposto dal governo “favorisce il lavoro abusivo a domicilio”. In questo grave quadro, le associazioni di categoria avvertono, inoltre, che la chiusura protratta fino al 1° giugno di parrucchieri ed estetisti potrebbe aggravare la situazione sociale ed economica di quasi 300.000 famiglie e provocare la chiusura definitiva di un terzo delle attività.

La riapertura a giugno potrebbe avere pesanti ripercussioni anche per la categoria dei tatuatori professionisti. Molti professionisti esprimono il loro dissenso, infatti, sostenendo che molte delle loro indicazioni per poter riaprire non sono state ascoltate dalle autorità. Anche per questo settore, tra l’altro, si potrebbero sviluppare forme abusive di attività con seri rischi per la salute.