L'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato dal direttore dell'Osservatorio Walter Ricciardi e dal direttore scientifico Alessandro Solipaca, ha disegnato un'ipotetica 'mappa' nella quale l'evoluzione dei contagi da Covid-19 viene calmierata allo scoppio dell'epidemia sui singoli territori e ai dati diffusi dalla Protezione Civile sin dallo scorso febbraio: obiettivo della mappa individuare, regione per regione, la data prima della quale è poco verosimile attendersi l'azzeramento dei nuovi contagi.

Secondo Solipaca è indispensabile fornire una stima in questo preciso momento vista l'imminente apertura della cosiddetta 'fase 2', il tutto per offrire un utile sostegno all'universo della politica chiamato ad assumere le decisioni finali.

Le prime regioni che dovrebbero far registrare 0 contagi

Come accennato in apertura, la stima sui possibili futuri azzeramenti di contagi regione per regione è stata basata sui dati messi a disposizione dalla Protezione Civile dal 24 febbraio al 17 aprile. Le prime regioni ad avere zero contagi, potrebbero essere Basilicata e Umbria, ma non prima del 21 aprile, mentre il Lazio dovrà presumibilmente attendere il 12 maggio. A seguire le regioni del Veneto e del Piemonte che dovranno attendere il 21 maggio. L'Emilia Romagna e la Toscana, invece, non riusciranno a uscirne prima, rispettivamente, del 29 e del 30 maggio. Per quanto riguarda il Sud Italia si prospetta che possa iniziare a vedere cambiamenti utili tra fine aprile e inizio maggio.

Le ultime Regioni con assenza di nuovi contagi

Le ultime regioni ad uscire dall'emergenza Coronavirus sarebbero quelle del Centro-Nord, nelle quali il contagio è iniziato prima. La Lombardia, regione nella quale si è verificato il primo contagio, potrebbe avere risvolti positivi soltanto dopo il 28 giugno, mentre nelle Marche l'azzeramento dei nuovi positivi potrebbe verificarsi dopo il 27 giugno.

La provincia autonoma di Bolzano, invece, dovrebbe vedere avvicinarsi lo stop dell'emergenza a partire dal 26 maggio, nonostante il numero dei contagi verificatosi finora sia rimasto basso in valore assoluto.

L'Osservatorio ha precisato che le stime eseguite per ogni regione sono di tipo regressivo, di natura non lineare e non di tipo epidemiologico, e che tengono conto anche dei provvedimenti insiti nel lockdown attualmente in vigore, per tale ragione le valutazioni ipotizzate diventerebbero inattendibili nel caso di riaperture di attività o di ritorno alla libera circolazione dei cittadini. Inutile sottolineare infine come i nuovi contagi e le tempistiche ad essi associati potrebbero essere sottostimati a causa degli asintomatici, che come noto sfuggono ai radar delle Istituzioni.