Son passati ben 17 anni dalla tragedia. E ora il Comune di Norbello dovrà risarcire – con ben 1,2 milioni di euro – Gisella Bussu, la donna originaria di Abbasanta, che nel lontano 16 gennaio del 2003 fu travolta da “sa tuva”, il grande tronco del falò organizzato in piazza per celebrare la festa di Sant’Antonio, da alcuni giovani per conto del Comune. La donna, in quella tragica occasione, fu colpita in pieno dall’albero infuocato e sfortunatamente fu costretta ad abortire, oltre che a subire l’amputazione di una gamba. La manifestazione – organizzata dai diciottenni del tempo – fini in tragedia e anche in un’aula del Tribunale di Oristano.

Tutti gli organizzatori, giovanissimi, furono infatti chiamati in causa per la caduta del tronco infuocato. Il processo, immediato, si concluse (almeno in appello) con l’assoluzione dei quattro giovani condannati nel dibattimento di primo grado. Anche se – dopo poco tempo – fu proprio il Comune di Norbello ad essere chiamato in causa. Gisella Bussu infatti, insieme al marito, intentarono immediatamente una causa civile contro il Comune del piccolo paese in provincia di Oristano, con l’aiuto dell’avvocato Gabriella Greco.

Gravi carenze

La sentenza di primo grado parla chiaro. Il giudice del Tribunale di Oristano infatti ha sentenziato, mettendo nero su bianco, che il Comune di Norbello, come organizzatore dell’evento, è l’unico responsabile dei danni subiti dalla vittima.

Danni riconducibili soprattutto per le gravi omissioni, riscontrate dagli inquirenti, nell’organizzazione dell’evento. In particolare nel mancato rispetto della normativa che stabiliva le dimensioni e il tipo di tronco, che sarebbe dovuto essere utilizzato per il falò. Insieme al Comune di Norbello sono stati condannati anche i ministeri dell’Interno e della Difesa.

Entrambi dovranno pagare, in solido, la metà del risarcimento. Secondo infatti le memorie difensive dell’avvocato Piero Franceschi, le responsabilità dell’evento erano imputabili indiscutibilmente allo Stato. Secondo il legale infatti il sindaco di un paese agisce in “veste ufficiale del governo”, si legge nella memoria difensiva.

Per questo motivo quando sarà messo nero su bianco il dispositivo della sentenza, si potrà decidere se procedere con l’appello.

Le parole del sindaco

Il sindaco di Norbello, Matteo Manca, rassicura però i cittadini del piccolo paesino dell’Oristanese. “Pagheremo fino all’ultimo centesimo – assicura il primo cittadino – e tutti i cittadini non dovranno preoccuparsi. Sono pronte tutte le soluzioni per risolvere la situazione. Nessun cittadino – conferma il sindaco – dovrà versare un euro e nessun servizio del Comune sarà ridotto per far fronte a queste spese. Sicuramente non è una situazione semplice – spiega Manca – ma fortunatamente eravamo già preparati da tempo a questa evenienza, che non intaccherà le casse del Comune.

Anche perché lo stato dovrà contribuire a metà al risarcimento. Ora, gli avvocati, dovranno valutare se ci sarà la possibilità di un eventuale appello. Anche perché al Comune questa causa costerà circa 580 mila euro”.