Per uno scambio di persona si è ritrovato con una contestazione penale e si è visto costretto a mettersi in quarantena in casa pur essendo negativo al nuovo Coronavirus. Un personal trainer di Ossago Lodigiano (provincia di Lodi) ha raccontato al quotidiano Il Giorno la sua vicenda che si è risolta soltanto nelle ultime ore. L'uomo, per lavoro, tiene delle sedute di ginnastica riabilitativa presso alcune case di cura per anziani che si trovano a Offanengo e Lodi. In questo periodo di emergenza sanitaria si è potuto regolarmente recare presso i centri perché, grazie all'utilizzo dei dispositivi di protezione sanitaria fin dall'inizio dell'epidemia, sia il personale che i residenti non hanno contratto la malattia.

Purtroppo per lui, però, a partire dal 7 maggio si è ritrovato al centro di un equivoco che in un primo momento gli era costato anche un verbale penale. Mentre si stava recando a Lodi per svolgere la sua attività lavorativa, il 55enne è stato fermato a Crema dalla polizia stradale. Dopo aver fornito tutte le informazioni del caso, l'agente lo ha aiutato a compilare l'autocertificazione e gli ha dato regolare permesso a ripartire. All'improvviso, però, l'uomo si è accorto che le forze dell'ordine lo stavano seguendo e quando l'hanno raggiunto gli hanno detto che, in seguito ai dovuti controlli, risultava inserito nella lista dell'Agenzia di Tutela della Salute come positivo alla Covid-19.

Il personal trainer è rimasto senza parole perché era ben consapevole di non poter essere tra le persone infette, e si è limitato a dire soltanto agli agenti: "Non lo sapevo".

Quando gli hanno mostrato il suo nome nell'elenco dell'ATS, ha contattato la madre di suo figlio che lavora presso l'Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi. La donna così ha scoperto che si trattava di un caso di omonimia, ovvero la persona positiva al nuovo coronavirus aveva il suo stesso nome e cognome, era residente in zona ma l'anno di nascita era differente.

A questo punto, dal laboratorio hanno avvisato la polizia e, dopo circa un'ora, la pattuglia che l'aveva fermato si è prontamente scusata per l'increscioso scambio di persona e gli ha permesso di ripartire.

La contestazione penale scatta al secondo controllo

Quando il personal trainer lombardo pensava che ormai fosse tutto risolto, è arrivata la doccia fredda.

Martedì scorso, 12 maggio, mentre stava andando a lavorare alla casa di cura per anziani di Lodi, è stato nuovamente fermato dalle forze dell'ordine della questura locale. Anche in quest'occasione, durante i controlli è emerso che il 55enne faceva parte dell'elenco dei positivi alla Covid-19. Dunque, siccome non aveva rispettato le norme restrittive, gli è stata elevata una contestazione penale.

Spaventato, il 55enne si è rinchiuso in casa per un isolamento che, in realtà, non avrebbe dovuto osservare. Nel frattempo ha contattato l'ATS di Lodi per spiegare cosa gli era accaduto, e ha inviato una e-mail alla ATS di Milano per far sì che una volta per tutte si risolvesse questo errore di omonimia.

Al quotidiano Il Giorno ha rivelato che gradirebbe sottoporsi ad un test sierologico per tutelarsi, e ha aggiunto che se davvero il sistema informatico dell'Agenzia di Tutela della Salute ha commesso un errore caricando la sua tessera sanitaria e il codice fiscale al posto di un altro, si tratta di un abbaglio "assurdo".

Per fortuna, proprio nelle ultime ore tutto si è risolto. Il personal trainer ha spiegato che gli è arrivato un messaggio di posta elettronica da un dirigente dell'ATS che ha ammesso che c'è stato uno sbaglio nella registrazione dei dati anagrafici del cittadino positivo al nuovo coronavirus. Adesso, dunque, l'uomo non risulta più nell'elenco e potrà recarsi in questura con tutta la documentazione del caso per far sì che la contestazione penale gli venga annullata.