Mentre l'Italia continua a monitorare il Covid-19, la Mongolia è sotto shock per la scoperta di due casi di peste nera nella regione di Khovd nella parte occidentale del paese. Il Centro Nazionale per le malattie zoonotiche del Paese ha confermato il contagio dopo aver elaborato il risultato delle analisi effettuate su due giovani, al momento ricoverati in ospedale, uno dei quali sarebbe stato giudicato in condizioni critiche. Allo stato, si ritiene che si tratti di un' infezione batterica dovuta al consumo di carne di marmotta che, avverte l'Organizzazione mondiale della Sanità, è in grado di uccidere gli adulti entro 24 ore se non trattata in tempo.

Le autorità hanno immediatamente proceduto alla ricostruzione della catena di contatti dei due soggetti contagiati e hanno condotto una serie di tamponi a tappeto tra le persone così individuate. Il Centro Nazionale sta valutando nuovamente di porre in quarantena l'intero capoluogo di provincia di Khovd e l'intera regione in prossimità delle città di Tyva e Altai, al confine con la Russia.

L'appello alla popolazione 'Non mangiate marmotte'

Il primo paziente contagiato è un pastore della città di Bayannur, subito ricoverato e messo in quarantena presso l'ospedale della città. I medici ritengono che si sia infettato in seguito al consumo di carne, forse cruda, di marmotta, già considerata responsabile della morte di nel 2019 di una coppia nelle regione mongola occidentale di Bayan - Ulgii.

Le autorità hanno dichiarato il livello tre di allerta per arginare il diffondersi della peste bubbonica e stanno rivolgendo pressanti inviti alla popolazione al fine di bloccare, o quantomeno ridurre, il consumo di carne animale e, nello specifico, di carne di marmotta. Inoltre, è stato richiesto alla popolazione di segnalare le eventuali scoperte di marmotte malate o morte, per consentire di circoscrivere le relative aree interessate e di condurre esami specifici sulle carcasse.

Può uccidere un essere umano in 24 ore, se non curata immediatamente

La peste bubbonica oggi può essere curata con antibiotici, ma per salvare la vita dei contagiati è essenziale, precisano gli esperti, procedere subito alla cura della malattia. La malattia, infatti, se non trattata tempestivamente, ha un tasso di mortalità preoccupante del 30-60% sugli essere umani e può portare alla morte del soggetto anche in meno di 24 ore.

I sintomi sono febbre alta, linfonodi ingrossati nelle zone del collo, delle ascelle e dell'inguine, brividi, forte nausea e debolezza. Comunemente, il volano del virus è il consumo di carne di marmotte, di cane e di altri roditori cacciati, nel cui mantello vengono ospitate le pulci che sono portatrici dello Yersina Pestis, appunto, il batterio responsabile della malattia, che secondo gli esperti sarebbe il discendente diretto di quello che nel XIV secolo uccise 50 milioni di persone.