Per Massimo Galli il virus non si è indebolito. Lo ha specificato in un'intervista rilasciata a La Stampa. Il direttore del reparto di Malattie Infettive del Sacco di Milano ha inteso mettere in evidenza come non sia ancora questo il tema per rilassarsi. Ha, inoltre, fatto il punto della situazione su ciò che potrebbe aspettare l'Italia una volta finita l'estate.

Galli contro parole che favoriscono rilassatezza

Il Coronavirus, sin dalla sua comparsa, è stato presentato come un fenomeno nuovo. Persino per la scienza. A distanza di mesi non sembrano esserci opinioni unanimi.

Soprattutto chi si occupa dell'aspetto clinico sottolinea come, al momento, i reparti allestiti per fronteggiare il Covid si siano svuotati e muoia sempre meno gente. Pareri che, almeno stando alle dichiarazioni di Galli, avrebbero contribuito a far abbassare la guardia. Il risultato è che si sono moltiplicate, nel corso delle settimane, immagini di movida selvaggia o, ad esempio, di festeggiamenti di massa per risultati calcistici. "Temo - ha detto l'infettivologo - che forse è stato detto troppo a favore di una certa rilassatezza".

Coronavirus: per Galli bisogna essere pronti in autunno

Massimo Galli, in particolare, non crede alla teoria del virus indebolito. Ciò che lo fa dubitare di una visione ottimistica sono le evidenze rappresentate da alcuni cluster che stanno emergendo in Italia.

"Sono venuti fuori - evidenzia il medico- una serie di focolai che dimostrato che in realtà non si è indebolito per nulla". La nota positiva è che, al momento, si stiano riuscendo a circoscrivere le situazioni problematiche e a tracciare eventuali contatti di positivi. Da tempo, però, si paventa l'ipotesi che in un prossimo futuro e forse subito dopo l'estate l'Italia potrebbe conoscere una nuova ondata aggressiva.

Un'ipotesi che non si sa quanto è probabile come scenario, ma che sono in tanti a non escludere come prospettiva. Previsione che, tra l'altro, fa il paio con la situazione particolarmente grave nel resto del mondo. Galli si allinea all'opinione di chi vuole tenere alta la guardia e restare prudente. "“L’autunno - ha detto l'infettivologo - è lontano e non so cosa capiterà, di certo però dobbiamo essere preparati a qualunque evenienza”.

Parole che non sono allarmiste, ma testimoniano la necessità di non farsi trovare spiazzati nel momento in cui qualcosa dovesse verificarsi. Non resta che attendere e auspicare che le cose vadano nel migliore dei modi. Di certo c'è che l'esperienza accumulata nei mesi difficili del lockdown, potrebbe aiutare a reggere meglio l'urto nel prossimo futuro.