Andrea Crisanti e Matteo Bassetti sono due delle figure che, in occasione dell'emergenza Coronavirus, sono diventate particolarmente note a livello mediatico. Il virologo dell'Università di Padova e l'infettivologo dell'ospedale San Matteo di Genova si sono di recente confrontati nel corso della trasmissione L'aria che tira. Su La 7 è così emersa la posizione del medico dell'ospedale ligure che ha evidenziato come, al momento, i segnali clinici dell'epidemia stiano regalando evidenze che regalano ottimismo. Dall'altra, invece, c'è stata l'opinione del docente dell'ateneo veneto che parla ancora di rischi sensibili alla luce della situazione mondiale.

Crisanti parla di rischi provenienti dall'estero

L'idea di Andrea Crisanti è che dovrebbe serpeggiare ottimismo solo immaginando l'Italia in una "bolla". Un qualcosa che, in un certo verso, sia totalmente estraneo al resto del mondo. A suo avviso si sta delineando un "problema di prospettiva". Sebbene, infatti, i reparti siano vuoti, a suo avviso esiste il rischio che sia lo scenario mondiale attuale possa rimettere in pericolo l'Italia: "Abbiamo vissuto - ha specificato - quest'emergenza drammatica quando in Cina c'erano 4000 casi. Adesso nel mondo se ne contano una media di 180.000 al giorno. L'emergenza pandemia non è finita e l'Italia non è immune da contagi di ritorno".

Crisanti parla di rischio in aumento dopo agosto

Il rischio è che, perciò, il virus torni a circolare con una certa frequenza nel momento in cui dovesse rientrare con persone che si muovono tra l'Italia e l'estero. "Io - ha specificato Andrea Crisanti - penso che deve essere, pur con tutto l'ottimismo, sottolineata la cautela".

L'ipotesi che possa arrivare da fuori dai confini una nuova temibile miccia, a giudicare dalle parole del virologo, è tutt'altro che remota. "La possibilità di far rientrare l'epidemia in Italia - ha specificato - è elevata e rimarrà elevata".

Da tempo ci si si chiede se, una volta passata la bella stagione, i rischi potrebbero aumentare, anche alla luce di un possibile abbassamento delle temperature.

Proprio per la stagione autunnale Andrea Crisanti vede la necessità di un'innalzamento del livello di guardia. "Le possibilità di contagio - ha spiegato - aumenteranno a ottobre, novembre e dicembre".

Dalle parole di Crisanti emerge perciò la voglia non di mettere paura a chi lo ascolta, quanto di invitare alla prudenza. "Quindi - ha concluso -capisco l'euforia e capisco la necessità di iniziare nuovamente la vita sociale, ma avremo la possibilità di farlo quanto più saremo consapevoli che il pericolo non è del tutto finito".

Non resta che attendere e vedere cosa accadrà.