Colpo di scena in un caso che sembrava irrisolto. Una 26enne, Carmen Federica Lopatriello, è stata arrestata oggi dalla polizia con l'accusa di omicidio commesso con l'aggravante della crudeltà. Avrebbe barbaramente assassinato il nonno 91enne, Carlo Antonio Lopatriello, al culmine di una lite. Lo scorso 7 gennaio, l'anziano fu preso a coltellate e sprangate nell'abitazione a Marconia di Pisticci, in provincia di Matera. Ad incastrarla sarebbero più elementi.

Matera, un delitto particolarmente efferato

A lanciare l'allarme era stata proprio la nipote.

Il 7 gennaio la donna aveva avvisato la polizia mostrandosi molto preoccupata: non riusciva più a mettersi in contatto con suo nonno che non le aveva più risposto a telefono. L'anziano venne trovato nella sua abitazione in una pozza di sangue. L'autopsia accertò che era stato raggiunto da 26 coltellate, inferte nella parte anteriore e posteriore del torace, e da 11 violenti colpi di bastone, soprattutto alla testa.

Fin da subito, le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Pisticci, coordinate dalla Procura di Matera, si erano indirizzate verso l'ambiente familiare caratterizzato da un'aspra conflittualità tra il nonno, i figli e i nipoti per ragioni economiche. Come illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la Questura di Matera, da subito gli inquirenti avevano avuto il convincimento che il delitto fosse maturato in ambito familiare e che, comunque, fosse stato commesso da una persona che la vittima conosceva bene.

Nel corso di questi mesi sono state ascoltate oltre 70 persone, fatte intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, acquisiti elementi rilevanti. La svolta stamattina: in esecuzione all’ordinanza del Gip del Tribunale di Matera, la donna è stata trasferita nella sezione femminile del carcere di Trani in regime di custodia cautelare.

Caso di Matera, tracce di Dna e scarpe fucsia

Gli inquirenti hanno raccolto indizi considerati "precisi, seri e concordanti". L'orario del decesso dell'anziano, collocato tra le 13 e le 14 del 7 gennaio, è compatibile con la presenza in casa della nipote. Sul bastone dell'anziano sono state trovate tracce di Dna 'misto', sia della vittima che della nipote.

Stesse tracce sono state trovate sulla felpa indossata dall'arrestata il giorno del delitto del nonno.

A insospettire gli inquirenti, è stato anche il comportamento della donna. La polizia le aveva chiesto di consegnare le immagini delle telecamere di sorveglianza della sua abitazione: la donna le ha fornite tutte, eccetto tre che avevano fissato il momento in cui la mattina del 7 gennaio usciva di casa per recarsi dal nonno. In quei fotogrammi, poi recuperati dagli inquirenti, la donna indossa delle scarpe da ginnastica Adidas numero 38, color fucsia.

A distanza di alcuni giorni, Carmen Federica Lopatriello è uscita di casa per gettare nei pressi di una piazzola di sosta sulla Basentana proprio quelle scarpe, come accertato da un'intercettazione ambientale.

Giunti sul posto, gli inquirenti le hanno recuperate. Di fronte alle contestazioni sollevate dagli investigatori, la presunta omicida ha però negato che quelle calzature le appartenessero. Ha riferito che le sue sarebbero rimaste ancora nell'abitazione del nonno, dove però non sono mai state rinvenute. Gli esami della polizia scientifica hanno poi accertato che le Adidas erano state lavate con un detergente ed erano state manomesse: presentavano tagli sulle gomme di tutte e due le suole, ed erano state private di lacci e solette interne. Le scarpe costituirebbero una prova di grande importanza: sarebbero compatibili con un’impronta formatasi sul pavimento con il sangue dell’anziano. Al contrario, non sono state trovate nell’abitazione tracce di altre persone, oltre a quelle della vittima e della presunta omicida.

Accudiva il nonno da cinque anni

Carmen Federica Lopatriello accudiva suo nonno da circa cinque anni. Si prendeva cura dell'abitazione, ed era lei tra i familiari che gestiva la pensione di 1200 euro dell'anziano. Il nonno le aveva intestato proprio l'appartamento in cui abitava, del quale la madre manteneva l'usufrutto, oltre ad altri beni divisi tra vari nipoti. Il movente dell'omicidio sarebbe non solo di natura economico-patrimoniale. Sembra che il nonno nutrisse un'avversione verso il fidanzato della nipote.

Secondo il medico legale, la donna avrebbe agito d'impulso, mossa da una violenza smisurata. Il capo della Squadra mobile, Luigi Vessio, ha riferito in conferenza stampa che dal primo momento l'arrestata ha reso dichiarazioni, di volta in volta, false o contraddittorie, ha avuto una condotta fredda e lucida, negando sempre con fermezza l'evidenza delle prove raccolte.