Gianluca Alonzi e Flavio Presuttari, quindici e sedici anni, hanno perso la vita a causa di un mix di sostanze stupefacenti dopo una serata come tante, trascorsa con gli amici a Terni, la città in cui vivevano. Il pusher che avrebbe venduto loro del metadone, 41 anni, si trova ora nel carcere di Sabbione, accusato di "morte come conseguenza di altro reato". Il caso di Cronaca Nera che, nelle scorse ore, ha scosso l'Umbria ha riportato l'attenzione sugli effetti della pericolosissima moda del purple drank, il micidiale cocktail a base di bibita gassata e sostanze stupefacenti.

La tragedia dopo la serata al campetto

Sembrava una notte di inizio estate come tante altre, invece si è trasformata in tragedia. Gianluca e Flavio hanno trascorso la serata di lunedì 6 luglio in compagnia degli amici al campetto del quartiere di San Valentino, a due passi dalla basilica dedicata al protettore degli innamorati.

In quelle ore i due ragazzi avrebbero assunto un mix di sostanze stupefacenti che più tardi, mentre dormivano nei loro letti, ne avrebbe causato la morte. Secondo quanto riportato da alcuni amici, Gianluca e Flavio hanno accusato un primo malore al campetto, mente era in corso una partitella di pallone alla tedesca. Alonzi avrebbe anche vomitato sostanze biancastre. Tuttavia, gli amici, incapaci di intuire l'estrema gravità della situazione, si sono limitati ad accompagnare i giovani nelle rispettive abitazioni, nei quartieri di Villa Palma e San Giovanni.

Fermato il pusher che avrebbe venduto loro il metadone

Saranno gli esami tossicologici e l’autopsia, in programma nelle prossime ore Perugia, a dare un nome preciso alle molecole killer assunte dai due adolescenti. Gli inquirenti sospettano che i giovanissimi abbiano assunto codeina e/o metadone, forse uniti al qualche bevanda alcolica.

Nelle scorse ore, come spiegato dal procuratore di Terni Alberto Liguori, i carabinieri del tenente colonnello Stefano Verlengia sono riusciti ad individuare il pusher che avrebbe venduto il metadone ai minorenni. Si tratta di un tossicodipendente di 41 anni, con piccoli precedenti penali, attualmente in cura al SerD (Servizi per le Dipendenze patologiche) della Usl Umbria 2 di Terni.

Nella sua abitazione gli uomini dell'Arma hanno trovato flaconi di metadone, ma anche delle confezioni vuote di Xanax e di Lormetazepam, delle compresse di Edronax e bicarbonato di sodio utilizzabile per preparazioni iniettabili.

L'uomo, come ha sottolineato il suo legale, l'avvocato Massimo Carignani, ha ammesso di aver incontrato Gianluca e Flavio tra le 21 e le 21.30 di lunedì e di aver venduto loro del metadone. Sembra che quello non fosse il primo acquisto dei due amici. "Sono distrutto", avrebbe ammesso l'uomo in attesa di comparire domani, giovedì 9 luglio, di fronte al giudice Barbara Di Giovannantonio, per la convalida del fermo.

Responsabilità collettività

In conferenza stampa il procuratore Liguori, affiancato dal pubblico ministero Raffaele Pesiri, ha riconosciuto il ruolo fondamentale degli amici di Flavio e Gianluca nella rapida risoluzione del caso.

"I giovani - ha dichiarato Liguori - non vogliono mentire e hanno coraggio: ci hanno guidato per mano".

Tuttavia il magistrato, che ha ammesso una responsabilità collettiva nella morte dei due adolescenti (in quanto gli adulti forse non sono riusciti ad adempiere del tutto ai loro doveri), si è detto preoccupato dal modo in cui ragazzi di 15-16 anni conoscano certe informazioni sulle droghe e sappiano, ad esempio, che il metadone è biancastro mentre la codeina (un principio attivo spesso usato negli sciroppi per la tosse) ha un colore violaceo. Alcuni di loro, come riportato da Repubblica, hanno fatto riferimento anche al cocktail stupefacente purple drank, celebrato da certi trapper.

A tal proposito Marco Cuccuini, responsabile del Serd di Terni, ha affermato: "Da alcuni anni gli adolescenti che abbiamo in cura ci parlano della moda di mischiare sostanze come la codeina con una bevanda gasata.

Questi giovani sono informati su come miscelare le sostanze, ma ne ignorano la pericolosità". Chi non sviluppato tolleranza agli oppiacei ed è molto giovane, ha sottolineato il medico, può morire nel sonno, proprio come è successo a Flavio e Gianluca, per insufficienza respiratoria.