Continuano a crescere i casi di tamponi positivi al Coronavirus. Un trend che si consolida giorno dopo giorno e che è stato confermato anche dal bollettino del 21 agosto. Il Sars-Cov-2 sembra aver ripreso la propria circolazione in maniera più veloce rispetto a qualche settimana fa, ma non è ancora il momento in cui il Covid semina il panico come avvenuto nei mesi di marzo e aprile. In tal senso risulta particolarmente interessante l'analisi della situazione offerta dall'epidemiologo Pier Luigi Lopalco. Sul suo profilo Facebook ha spiegato in che modo possa essere messa in relazione l'attuale evoluzione del contagio e ciò che di drammatico è accaduto nei mesi di marzo e aprile.
Bollettino negativo: ma c'è sempre differenza tra contagiato e malato
I casi di coronavirus censiti il 21 agosto parlano di 947 positività rintracciate. Un dato che si avvicina pericolosamente verso la quota simbolica delle 1000 infezioni giornaliere. Tuttavia, al momento c'è una certa prevalenza di soggetti asintomatici. Il dato di fatto è che, però, più soggetti infettati ci sono (indipendentemente dalla sintomatologia) più sarà probabile che ad immagazzinare il virus possano essere soggetti con fattori di rischio importanti. Il riferimento va a quegli individui in condizioni tali da avere nel Covid una potenziale infezione letale o comunque destinata generare problemi importanti. A partire dalla necessità di essere ricoverati in terapia intensiva.
Coronavirus: Lopalco spiega ciò che non si poteva vedere prima della forte ondata invernale
Tuttavia, questa situazione dove a infettarsi sono soprattutto i giovani può essere usata a vantaggio nel contrasto al coronavirus. A spiegarlo è Pier Luigi Lopalco. Sul suo profilo Facebook ha, infatti, pubblicato due grafici che permettono di fotografare ciò che sta avvenendo adesso in relazione a ciò che è accaduto a marzo.
Prima, però, ha voluto fare una premessa. "Dobbiamo - ha detto Lopalco - seguire attentamente l'evoluzione, perché tanti di questi casi potrebbero nei prossimi giorni trasformarsi da asintomatici in sintomatici. Ma un fatto è certo: quello che osserviamo oggi è esattamente quello che non potevamo vedere a gennaio, ovvero l'innesco della curva esponenziale.
La famosa parte sommersa dell'iceberg".
Dalle parole dello scienziato sembra emergere il fatto che prima dell'esplosione della pandemia nel mese di marzo, già a gennaio c'era verosimilmente un sommerso di contagi di cui tutti ignoravano la presenza e che oggi invece si conosce per effetto dei tamponi e del tracciamento dei casi.
Dalle parole di Lopalco, dunque, arriva l'ottimistica visione rappresentata da un vantaggio non di poco conto nella possibilità di evitare una seconda forte ondata.
Il pericolo adesso si conosce e per affrontarlo al meglio è sufficiente continuare a rispettare le regole che si conoscono. Una è praticare il distanziamento sociale, evitare gli assembramenti, usare la mascherina dove è obbligatorio e igienizzare spesso le mani.