Maria Rita Gismondo torna a parlare di Coronavirus. Lo fa nell'ambito della rubrica Antivirus che spesso firma sul Fatto Quotidiano. Nell'edizione dell'8 agosto si sofferma su alcune evidenze che l'evoluzione dell'epidemia sta evidenziando sulla base dei numeri importanti. Riflessioni importanti se si considera che arrivano il giorno dopo un'impennata dei casi. Dopo diversi mesi, infatti, in Italia si è arrivati a oltre 500 tamponi positivi.

Gismondo finì nella bufera per una dichiarazione

La virologa e direttrice della Microbiologia del Sacco di Milano rivendica di non aver mai fatto parte di coloro i quali hanno contribuito a diffondere il panico.

Lo ha fatto sottolineando come abbia rischiato di "attirarsi addosso altre saette". Evidente il riferimento a una sua dichiarazione, che venne usata contro di lei nei momenti di massima difficoltà nel contrasto all'epidemia da parte del sistema sanitario. Prima che esplodesse il problema, parlò infatti di un coronavirus che avrebbe portato ad un'epidemia equiparabile ad un qualcosa che fosse poco più di una banale influenza. "I dati - ha scritto - ora sembrano finalmente chiari (anche se mancano ancora le scuse). "Si tratta - puntualizza - di un'infezione con alta contagiosità, ma bassa letalità". Il punto su cui pone l'accento è che buona parte delle vittime (49% secondo l'Iss) hanno nel Covid-19 solo una complicazione di un quadro patologico pregiudicato già prima.

In particolare oggi in Italia si stima una letalità del 2%, ma che secondo diversi scienziati scende fino allo 0,7% se si considerano tutti i potenziali positivi sfuggitti per qualche motivo al test per la postività.

Patologia da coronavirus: la posizione della Gismondo

A questi dati, la Gismondo aggiunge altre notazioni. Ad esempio pone l'accento sul fatto che la patologia è in arretramento costante.

"Oggi la malattia Covid-19 è praticamente scomparsa". Sottolinea come oggi "un esimio virologo" parli di un Sars-Cov2 come un qualcosa di forse "manipolato in laboratorio" ed anche in quel caso fa allusioni a scuse non arrivate. Tra l'altro la virologa manifesta quantomeno l'interrogativo sulla necessità di continuare a fare tamponi, test sierologici, a praticare il distanziamento sociale e lo smart working. "Non esiste infezione per la quale senza patologia si proceda così.

Attenzione sempre. Ma panico no".

Maria Rita Gismondo si schiera così nella fazione degli scienziati che invitano a non abbassare la guardia, senza però dare adito a diffusione di allarmi o panico. Non resta che attendere e vedere chi avrà ragione.