Alessandro Meluzzi, ospite di Radio Radio, ha espresso il suo punto di vista su quella che è una delle sfumature del Coronavirus: la trattazione mediatica del tema. Alcuni scienziati, tra cui l'infettivologo Matteo Bassetti, hanno criticato il modo in cui alcuni quotidiani italiani affrontano il tema. Un punto di vista che mira a sottolineare la presenza del virus e la necessità di contenerlo ma critica il modo in cui vengono diffuse alcune notizie sul virus.
Coronavirus: la questione bollettino tiene sempre banco
Alessandro Meluzzi, invece, si scaglia duramente contro gli operatori dell'informazione.
"Non pensavo - ha detto - alla mia veneranda età di poter vedere questo livello schifo nell'informazione del mainstream".
I dibattiti negli ultimi giorni hanno anche riguardato il modo in cui vengono proposti i dati relativi al bollettino quotidiano sul coronavirus. I casi di contagi hanno un trend in crescita rispetto ad un mese fa, tuttavia c'è chi evidenzia l'aumento dei tamponi e dei pazienti asintomatici. I dati raccontano che il virus continua a circolare e allo stesso modo potrebbe arrivare a categorie fragili.
Meluzzi però attacca i media e spiega: "La cosa migliore da fare è spegnere la televisione. Dì lì non può che venire un'informazione manipolata". Poi, ha tuonato: "Questo giornalismo è una latrina di polli d'allevamento".
Meluzzi contro i giornalisti
Nel suo attacco Meluzzi non risparmia nessuno: "Ci si deve chiedere questi giornalisti di cosa vivono, chi li paga e come campano. E soprattutto lo stato di vulnerabilità in cui si trovano
Lo psichiatra ha voluto poi sottolineare che il suo stato di libertà deriverebbe dal fatto che la sua attività di psichiatra gli consente di avere introiti tali da farlo parlare senza inibizioni.
"Se fossi asservito ad una multinazionale dei farmaci - ha affermato - probabilmente non sarei a dire queste cose. Si vive e si fa con Politica con un mano sul cuore e una sul portafogli".
Nonostante lo stesso Meluzzi abbia sottolineato l'esistenza di "alcune eccezioni", si è scagliato contro buona parte dei giornalisti, a suo avviso "pennivendoli" colpevoli di non dire "la verità su Covid".