In una intervista pubblicata da La Stampa, Bill Gates parla del Coronavirus e delle politiche di contrasto alla pandemia negli Stati Uniti. Il fondatore di Microsoft prevede un autunno difficile, che potrebbe far rivivere in molte parti del mondo gli stessi drammi della primavera scorsa, qualora non venissero adottate le corrette misure di prevenzione. Allo stesso tempo Gates dimostra ottimismo sulla creazione dei vaccini, tanto da pronosticare che in almeno tre casi il via libera definitivo potrebbe arrivare entro la fine del 2020. Tuttavia ritiene che bisognerà convivere con il virus almeno fino al 2022.
Inoltre il creatore della Gates Foundation attacca duramente l’atteggiamento tenuto da Donald Trump sulla questione: “Molte dichiarazioni del presidente hanno portato a far considerare quella del vaccino come una questione politica”, spiega l’imprenditore, che boccia senza appello la mancata collaborazione degli Usa con l’Oms e, in generale, le misure messe in piedi dall’amministrazione Trump per fronteggiare il diffondersi della pandemia.
Per Gates serve un impegno unitario per fermare la diffusione del virus
Oltre all’impressionante numero di decessi, secondo Gates, la pandemia ha provocato gravi effetti come un deciso arretramento nelle politiche sulla salute, fino a tornare indietro di 25 anni, oppure come l’aumento del 7% delle persone in condizioni di estrema povertà.
Quindi, per porre fine a tutto ciò, serve uno sforzo unitario: per il fondatore di Microsoft bisognerebbe lavorare insieme per ottimizzare i processi di ricerca, sperimentazione, produzione e distribuzione del vaccino, altrimenti alcuni Paesi del mondo rischiano di non poterne usufruire.
Uno studio condotto dalla Northeastern University ha provato a quantificare queste disuguaglianze nell’accesso a un vaccino: qualora i primi due miliardi di dosi dovessero finire solamente nei Paesi ricchi, il numero delle persone decedute raddoppierebbe.
Ma Gates teme già per i prossimi mesi: senza massicci interventi di adozione dei dispositivi di sicurezza e delle misure di prevenzione c’è il rischio che in molte zone dell’emisfero settentrionale, come gli Stati Uniti, torneremo a contare parecchi morti.
Le previsioni di Gates sullo sviluppo dei vaccini
Gates si aspetta buone notizie nelle prossime settimane dai gruppi di ricerca che stanno studiando un vaccino contro la Covid-19: vista la situazione d’emergenza, l’autorizzazione per alcuni di questi potrebbe essere rilasciata dalle autorità statunitensi e inglesi già entro fine anno, o all’inizio del 2021.
Per il magnate americano è difficile che il via libera possa arrivare prima del mese di novembre, quando si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, come invece prevedono alcuni. Al momento l’azienda che sembra essere in dirittura di arrivo è la Pfizer, ma anche molti altri ricercatori – di enti pubblici e società private – dovrebbero avere i risultati dei loro test entro i primi mesi dell'anno prossimo. Per Gates potrebbe accadere che il primo vaccino non sia quello definitivo, ma che col passare del tempo – superata la fase di emergenza – si possa arrivare a una soluzione migliore.
Il lavoro della Gates Foundation sui vaccini
La Gates Foundation si è impegnata a supportare i vaccini che potranno essere prodotti su larga scala, con costi bassi, stimati tra i 2 e i 3 dollari a dose.
Il compito dell’organizzazione è quello di predisporne – una volta che sarà dimostrato il loro funzionamento – la distribuzione globale, con la prospettiva di realizzare un miliardo e mezzo di dosi all'anno. Per questo motivo sono stati creati gruppi di lavoro nei Paesi in via di sviluppo, come l’India. Se i rimedi predisposti dovessero essere efficaci, basterebbe un livello di vaccinazione del 60% per interrompere la diffusione esponenziale della Covid-19. Quindi l’obiettivo è quello di far diminuire drasticamente i decessi nel 2021 e porre fine alla pandemia nell’anno successivo.