Libia. Un'intesa sul cessate il fuoco permanente è stata siglata nella giornata del 23 ottobre a Ginevra, nella sede delle Nazioni Unite. L'accordo è stato raggiunto nell'ambito della commissione militare congiunta composta da cinque rappresentanti del governo libico di Tripoli e cinque dell'esercito di Bengasi, comandato da Khalifa Haftar. I negoziatori sono stati affiancati da una Missione di sostegno dell'Onu (Unsmil) che ha fatto da moderatrice.

L'Unsmil era, per l'occasione, guidata "ad interim" dalla statunitense Stephanie Williams che ha sostituito il rappresentante speciale del segretario generale Onu, Ghassan Salamé.

La notizia dell'accordo è stata diffusa in un modo irrituale per la diplomazia, cioè tramite un comunicato Facebook dell'Unsmil stesso. La firma del testo condiviso è stata calendarizzata per il giorno successivo, 24 ottobre, sempre a Ginevra.

I contenuti dell'accordo per il cessate il fuoco in Libia

Sono 12 i punti che sono stati concordati dalle parti. Il cessate il fuoco era l'obiettivo principale della Conferenza di Berlino sulla crisi libica, alla quale hanno preso parte una ventina di componenti. Tra questi, in particolare, ricordiamo: Stati Uniti, Russia, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Egitto e Turchia. L'obiettivo è stato raggiunto proprio con l'accordo siglato nelle scorse ore.

La fine delle operazioni belliche dovrà essere immediata nel momento in cui arriveranno le firme sul documento.

Nei tre mesi successivi tutte le forze armate di paesi stranieri - compresi gli addestratori e i mercenari - dovranno lasciare la Libia. Il riferimento è rivolto probabilmente alla Turchia e ai suoi mercenari siriani, ma anche ai "consiglieri" russi e francesi.

Le parti firmatarie saranno chiamate a costituire un apposito organismo militare operativo che individui e identifichi tutte le forze armate straniere presenti a vario titolo nel paese. All'Unsmil verrà affidato il compito di sorveglianza sulle evacuazioni, nonché quello di trovare soluzione ai casi più difficili. Infine ci si è accordati sull'attuazione di una serie di principi generali, quali l'integrità territoriale della Libia, il rispetto dei diritti umani e la conseguente lotta al terrorismo.

Le convergenze di Stati Uniti e Russia per una soluzione pacifica

Gli osservatori ritengono che la stipula dell'accordo sia dovuta soprattutto ad una rinnovata iniziativa della Politica Estera degli Stati Uniti nello scacchiere del Mediterraneo. Non a caso, l'intesa è arrivata nel momento in cui è stata affidata la guida "ad interim" dell'Unsmil alla diplomatica americana Stephanie Williams. Nei giorni scorsi, Williams si è incontrata a Mosca con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Quest'ultimo, ha confermato la volontà della Russia di arrivare ad un cessate il fuoco in vista del summit diplomatico sulla Libia già in programma a Tunisi per il 9 novembre.

A Tunisi, le forze politiche dovranno individuare un premier condiviso, affiancato da un consiglio presidenziale composto da tre membri, di cui uno con funzioni di presidente e due di vice.

Questa soluzione, spalleggiata dagli Stati Uniti, comporterebbe una modifica dei precedenti accordi di Skhirat ratificati con risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu. Williams potrebbe aver strappato a Lavrov il consenso di Mosca a non esercitare il proprio diritto di veto in tale sede.

Le reazioni del Ministero degli Esteri italiano

L'Italia, in un comunicato del Ministero degli Esteri, ha definito "cruciale" l'intesa sottoscritta per la stabilità del paese libico. La Farnesina ha ricordato come in questi mesi si sia spesa con determinazione per arrivare ad una soluzione pacifica, incoraggiando le parti in causa ad attuare gli impegni troppe volte disattesi in passato. Secondo La Stampa, fonti diplomatiche hanno sottolineato che il Maeci ha esercitato delle pressioni per convincere gli Stati Uniti ad impegnarsi maggiormente per una conclusione positiva delle trattative.

Nel comunicato, la Farnesina ha auspicato il ripristino dei collegamenti libici interni, sia terrestri che aerei, e l'attuazione di misure di sicurezza. Inoltre si confida in una prosecuzione del dialogo pacifico tra le parti in causa, linea sempre sostanzialmente perseguita dal Ministero degli Esteri italiano. Il prossimo obiettivo è quello dell'inserimento dell'Italia nella cabina di regia che il 9 novembre si costituirà per veicolare la Libia verso una pace duratura.