Due condanne per la morte Anna Carlini, la 33enne con problemi psichiatrici rinvenuta senza vita nell'agosto di 3 anni fa sotto un tunnel nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara. Due uomini sono stati condannati rispettivamente a 11 anni e 6 mesi e a due anni per violenza sessuale e omissione di soccorso. La notizia, nelle scorse ore, è stata confermata dalla redazione della trasmissione "Chi l'ha visto?" che, in questi anni, ha seguito con attenzione il caso di cronaca nera.

Caso Anna Carlini: condannati i due imputati

Il tribunale collegiale di Pescara, nelle scorse ore, ha condannato Nelu Ciuraru a a 11 anni e 6 mesi di reclusione per omissione di soccorso aggravata e violenza sessuale e Robert Cioragariu a due anni per omissione di soccorso aggravata.

Le motivazioni della sentenza, da quanto si apprende, saranno rese note solo tra qualche mese, in data 1 febbraio 2021. Il pm Rosangela Di Stefano, inizialmente, aveva chiesto 3 anni per Cioragariu e 14 anni per Ciuraru. Nel corso del processo, ricordiamo, i capi d'imputazione sono passati da omicidio volontario a abbandono di persona incapace, violenza sessuale ed omissione di soccorso in concomitanza con la morte. Come emerso dal referto redatto dal medico legale, infatti, Anna Carlini, è deceduta in seguito ad un arresto cardiocircolatorio sopravvenuto dopo una violenza fisica e sessuale.

Anna Carlini venne ritrovata in un sottopassaggio della stazione

Anna Carlini, giovane madre di due bimbi affetta da patologie psichiatriche, viveva con la sorella Isabella, sua tutrice legale.

Il 30 agosto 2017, approfittando di un momento di distrazione dei familiari, la 33enne, si allontanò di casa e fece perdere le sue tracce. Non era la prima volta che Anna si dava alla fuga, ma Isabella, nella speranza di ritrovarla come sempre, presentò subito denuncia di scomparsa.

Quella volta, però, le cose non andarono come al solito.

Poco dopo, infatti, la giovane venne rinvenuta senza vita, a pochi km da casa, nel sottopasso della stazione di Pescara. In un primo momento, gli inquirenti, ipotizzarono il suicidio, ma l'autopsia raccontò un'altra verità e rivelò dettagli agghiaccianti. La 33enne, infatti, dopo essere stata stordita con alcol, venne picchiata, stuprata ed abbandonata su una logora brandina all'interno del tunnel dello scalo abruzzese.

Tuttavia, se qualcuno avesse chiamato i soccorsi, Anna si sarebbe potuta salvare.

Isabella, in questi anni, ha sempre sostenuto che la sorella non avrebbe mai assunto i suoi psicofarmaci accompagnandoli con l'alcol. "L'hanno fatta morire - aveva dichiarato qualche mese fa - è stato un omicidio". "Temo che la morte di mia sorella - aveva quindi spiegato amara - sia passata sotto silenzio perché era persona malata, una paziente psichiatrica".