Anche Fabrizio Pregliasco entra nel dibattito sulle nuove misure restrittive anti Coronavirus da adottare durante le festività natalizie. Ospite di Rainews24, il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano si dice favorevole a divieti più duri per evitare che la terza ondata, da lui considerata “inevitabile”, colpisca con troppa forza a gennaio. Pregliasco non chiarisce se il suo suggerimento sia di istituire una zona rossa in tutto il Paese o un lockdown più morbido, ma avverte sui pericoli legati ai contatti interpersonali. “Ogni contatto è un rischio”, afferma il virologo che individua le abitazioni private, insieme a bar e ristoranti, come i luoghi dove è più facile contagiarsi.

Fabrizio Pregliasco: ‘Natale limitato, responsabilizzazione dei singoli’

“Lei quale linea avrebbe scelto? Fare dell’Italia una zona rossa in questi giorni? Oppure ci possiamo permettere degli allentamenti? Quale scelta avrebbe suggerito?”, gli domanda il giornalista “Di essere assolutamente verso una stringenza - risponde deciso il virologo - è vero che siamo di fronte ad una maratona e ogni tanto durante le maratone si deve prendere un po’ di fiato. Però non troppo, perché noi ci ritroveremo dal 7 gennaio con l’enorme e necessaria scommessa della riapertura delle scuole, che abbiamo visto già all’inizio della seconda ondata essere stata un momento di grande incremento del numero di casi. Questo è un po’ l’obiettivo e quindi io temo che un Natale molto sobrio, molto limitato, con una grande responsabilizzazione da parte dei singoli (sia necessario ndr)”.

Pregliasco: ‘Con questi numeri terza ondata inevitabile’

“Perché non è neanche il Dpcm da interpretare con scappatoie per essere in regola affermando ad esempio che sia legale andare al ristorante se si è prenotato anche l’albergo - prosegue Pregliasco - la questione è che ognuno di noi deve ridurre per quanto possibile la quota di contatti interpersonali che abbiamo detto essere per ognuno di noi a bassissimo rischio.

Ma più contatti si hanno più è alto il rischi di incappare (nel contagio ndr)”. Il giornalista Rai gli ricorda allora di aver detto che “la terza ondata con questi numeri è praticamente inevitabile”. Pregliasco replica con un “Sì”, per poi aggiungere che “di fatto dipenderà da noi l’altezza di questa terza ondata, perché purtroppo il virus continua a fare il suo sporco mestiere.

Cerca e trova, facilmente ancora in questo momento, soggetti suscettibili. E quindi sta a noi regolare quei rubinetti per mantenere il più possibile lenta la velocità di diffusione, in attesa degli effetti del vaccino che arriveranno nel tempo”.

Abitazioni private e locali pubblici i luoghi più a rischio

Parlando del metodo di dividere in fasce di rischio colorate l’Italia, Pregliasco spiega che “gli elementi più a rischio ormai sono chiari. La casa, ma anche i bar e il momento in cui si pranza o si cena insieme. Perché è lì che abbiamo una lunga permanenza, vicinanza stretta senza le mascherine. Ed è questo l’elemento più preoccupante. Tristissimo dal punto di vista dei lavoratori del settore della ristorazione e dl turismo. Ma davvero sono ambiti che pagano per tutti uno sforzo che dobbiamo continuare. Ogni contatto è a rischio”, conclude il virologo.