Un uomo è morto in strada nel tardo pomeriggio di sabato 19 dicembre a Milano, in via Macchi angolo via Scarlatti, nella zona intorno alla Stazione Centrale. La vittima, che si trovava casualmente in quel luogo, è un ginecologo di 65 anni, il dottor Stefano Ansaldi, originario di Benevento, ma residente a Napoli, dove aveva anche il suo studio medico. Ad ucciderlo è stata una profonda ferita alla gola, con ogni probabilità provocata da un’arma da taglio. Secondo le prime ricostruzioni, gli assassini dovrebbero essere due giovani, forse di origine nordafricana, che volevano rapinare il ginecologo.

Infatti quasi contemporaneamente al delitto, un pensionato di settant’anni è stato derubato da due persone di un orologio e del portafoglio, mentre si trovava nei pressi dell’ingresso della vicina stazione della metropolitana “Caiazzo”. A quanto pare i ladri gli avrebbero portato via anche il telefonino, che sarebbe stato ritrovato dai carabinieri più tardi, su un vagone della metro. I militari dell’Arma, seguendo il segnale del cellulare, lo hanno recuperato, quando ormai non c’era più nessuna traccia dei due rapinatori, sospettati di essere anche gli autori del delitto.

I due rapinatori del pensionato potrebbero essere anche gli assassini del ginecologo

Pur non essendoci al momento nessuna prova tangibile, gli investigatori pensano che possa esserci un chiaro legame tra le due aggressioni.

Quindi l’inchiesta si sta concentrando sui due uomini che avrebbero derubato il pensionato 70enne, con ogni probabilità non dei criminali improvvisati. Dalla zona della duplice rapina la coppia di malviventi avrebbe raggiunto la stazione della metropolitana "Lima", attraversando anche l’arteria commerciale di corso Buenos Aires, a quell’ora affollata di gente impegnata negli acquisti per Natale.

I ladri si sarebbero anche cambiati i vestiti, nel tentativo di non farsi rintracciare durante la fuga. Tuttavia in quelle strade sono presenti numerose telecamere di sorveglianza, che potrebbero aver ripreso i responsabili del delitto: nelle prossime ore gli inquirenti esamineranno i video alla ricerca di elementi utili per le indagini.

Un coltello è stato abbandonato nel luogo in cui il ginecologo è stato aggredito

A poca distanza dal corpo di Stefano Ansaldi è stato recuperato un coltello da cucina, che la squadra rilievi dei carabinieri del comando provinciale di Milano sta analizzando in queste ore. Tuttavia si sospetta che non sia stata quella l’arma utilizzata per uccidere il ginecologo: per questo motivo i militari dell’Arma stanno cercando una seconda lama. Vicino al coltello c’era anche un orologio prezioso, diverso però da quello rubato al pensionato 70enne: l’uomo ha raccontato agli inquirenti tutti i dettagli dell’agguato subito, in cui per fortuna non ha riportato ferite. I carabinieri ritengono che i malviventi abbiano compiuto due rapine una dopo l’altra, probabilmente prima al pensionato e poi al ginecologo.

Ma c’è anche una seconda possibilità: mentre aggredivano Ansaldi, i due rapinatori non si sarebbero accorti della gravità della ferita inferta, forse causata da un tentativo di opporsi da parte del medico. Quindi avrebbero rapinato in seguito il 70enne, completamente ignari di avere appena ucciso una persona.

È partita una caccia all’uomo nei confronti degli assassini del ginecologo

Oltre ai filmati delle telecamere, gli inquirenti potranno contare sulle dichiarazioni di una serie di testimoni: infatti c’è chi avrebbe assistito agli ultimi istanti di vita del ginecologo, prima che giungessero i soccorsi, e chi avrebbe notato i due malviventi che, giunti sulla metropolitana, si sarebbero cambiati velocemente i vestiti, togliendosi i giubbotti, sostituendoli con altri che avevano nei loro zaini e indossando anche dei berretti. Quindi è partita una caccia all’uomo che potrebbe giovarsi anche di altri elementi, come le impronte lasciate sull’orologio e sul coltello recuperati dai carabinieri.