La procura di Cremona ha chiesto l’archiaviazione delle indagini sul decesso di Mauro Pamiro, il docente di 44anni trovato privo di vita il 29 giugno scorso nel cantiere di una villetta a Crema, poco distante dalla propria abitazione. Secondo gli inquirenti il professore di informatica dell’istituto Galilei, noto anche per la sua attività di musicista, si sarebbe arrampicato da solo sul tetto dell’edificio in costruzione e si sarebbe ucciso lanciandosi nel vuoto, dopo aver preso una breve rincorsa: cade così definitivamente l'ipotesi di un omicidio, sulla quale si è a lungo indagato.

La richiesta di archiviazione considera anche alcuni messaggi inquietanti che Pamiro aveva inviato la sera del 27 giugno attraverso Whatsapp a un amico con cui si era visto poco prima. Rileggendoli adesso, sembra chiaro il riferimento all'intenzione di togliersi la vita, relativamente ad alcune espressioni utilizzate dal docente, come “Ho capito cosa devo fare, spero” oppure “Ci vediamo nell’altro mondo”.

I messaggi lasciati da Mauro Pamiro a un amico poco prima di morire

L’amico che ha ricevuto i messaggi ha spiegato agli inquirenti di essere rimasto impressionato anche dalla stranezza delle parole di Pamiro durante il loro incontro: il professore gli aveva raccontato di aver compreso “cose mistiche” mai scoperte, di aver avuto “una rivelazione, un’illuminazione” e aveva continuato con certi discorsi “sulla comprensione dei segreti dell’universo”.

Probabilmente all'interno di questi ragionamenti si potrebbe nascondere la motivazione del gesto estremo compiuto dal 44enne. Infatti, alcune ore dopo quella discussione, il docente è stato ritrovato privo di vita dagli operai del cantiere, situato a 200 metri dalla casa dove l'uomo abitava con la moglie Debora. Il corpo presentava delle gravissime lesioni interne e un foro al centro della fronte, che inizialmente aveva fatto pensare a un proiettile, ma che poi si è rivelato il segno provocato da una piccola pietra al momento dell’impatto col suolo.

Scagionata la moglie di Mauro Pamiro: è del tutto estranea alla vicenda

Il pm Davide Rocco nella richiesta di archiviazione, dopo aver ricostruito le ultime ore del docente, anche grazie all’uso dei filmati delle telecamere di sicurezza, alle numerose testimonianze e a diverse perizie, come l’autopsia, gli esami tossicologici e le analisi dei telefonini, è arrivato a concludere che Pamiro si sia tolto la vita.

Le indagini non hanno tralasciato alcuna pista, concentrandosi inizialmente sulla moglie del docente, Debora, grafica di 40 anni, che è stata pure indagata per omicidio. Ma la donna si è rivelata del tutto estranea alla vicenda, come chiunque altro: il marito, per gli inquirenti, sarebbe entrato da solo in quel cantiere, facilmente accessibile attraverso diversi varchi presenti nella rete di recinzione.

Le ricostruzioni con un manichino nel cantiere in cui Pamiro ha perso la vita

In particolare sono state effettuate diverse perizie nel cantiere in cui è stato scoperto il corpo di Pamiro, per ricostruire i suoi ultimi istanti di vita. Ad esempio, con l’aiuto di un manichino, è stata simulata la caduta nel vuoto del professore, arrivando alla conclusione che la vittima non poteva in alcun modo essere stata spinta nel vuoto da terzi.

Del resto non è stato riscontrato alcun indizio relativo alla presenza di qualcun altro nel luogo della tragedia in quei momenti drammatici: il sito è stato accuratamente ispezionato, senza che vi sia stata rinvenuta alcuna traccia di Dna di ignoti. Adesso spetterà al gip di Cremona decidere sulla richiesta di archiviazione delle indagini sulla vicenda.