A poche ore del ritrovamento del corpo del padre Peter Neumair, Madé, sorella minore di Benno, ha affidato a una lettera aperta il proprio dolore.
La donna, medico a Monaco di Baviera, ha ripensato, travolta da un'ondata di incredulità, alla confessione del fratello e al suo distacco. "Troppe parole ancora inventate", ha dichiarato riferendosi alle tante bugie raccontate dal giovane supplente reo confesso. Sul caso di Cronaca Nera sta investigando il gip di Bolzano Carla Scheidle.
'Un posto in cui piangere'
Martedì 27 aprile, il fiume Adige, dopo oltre quattro mesi di ricerche, ha restituito il corpo di Peter Neumair, l'insegnante in pensione ucciso in gennaio dal primogenito Benno insieme alla moglie Laura Perselli.
Madé, la figlia minore della coppia, proprio come aveva fatto all'indomani della notizia della confessione del fratello, ha voluto mettere nero su bianco le proprie emozioni e ha scritto una lettera aperta, autorizzando il suo legale, l'avvocato Carlo Bertacchi, a renderla pubblica. "Pian piano, mi sono accorta - ha spiegato- che non siamo in grado di capire, in realtà, cosa è un omicidio. Infatti, non è nella nostra natura comprendere fino in fondo una morte violenta".
"Sarebbe semplice dire che sia solamente chiuso un cerchio - ha affermato - potremo anche dire che dopo quattro interminabili mesi iniziamo a comprendere un po' di più quello che è accaduto e che potremo avere la possibilità di avere un rito e un posto in cui piangere e iniziare, un poco, a sentire quella spiritualità che si è persa sotto le macerie della violenza, dell'incertezza, delle indagini e della paura".
Madé, ancora sopraffatta dal dolore, è consapevole che questo percorso, necessario per affrontare la perdita, è appena all'inizio.
Facendo riferimento ai recenti commenti rilasciati da Benno, in carcere con l'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere, ha poi aggiunto con amarezza: “Per chi sta dietro alle sbarre, sembra essere un sollievo venire a conoscenza del fatto che almeno una delle sue innumerevoli menzogne risulti veritiera proprio quando ormai sembra essere tutto perduto e scontato.
"Al lupo al lupo, gridava Pierino - ha continuato poi sottolineando di provare - quando ripensa alla confessione del fratello, alla sua indifferenza, al suo distacco e alla sua noia - un’ondata di incredulità. "Nessuna parola di pentimento o rammarico, né per loro, né per noi - ha quindi concluso - Ancora troppe parole inventate.
Un Arrampicarsi sugli specchi ormai in frantumi ai nostri piedi".
I ricordi di Madé
Madé, che nelle scorse ore ha visto il corpo del padre con la "pelle rosicchiata da oltre cento giorni in tempesta", nella sua missiva, ha anche ricordato con tenerezza i genitori e la loro quotidianità. "Vedo papà, fresco e allegro, alla mattina, saltare in piedi come un ragazzino per salutarmi" ha spiegato tornando, con la memoria, a quando i genitori l'andavano a trovare nella sua casa di Monaco. "Vedo papà e mamma, in salotto, ballare, un po' comici e un po' teneri, senza sapere ballare - ha continuato commossa - E poi li vedo passeggiare, con i capelli al vento, su una delle loro spiagge".
Poi, la giovane, sentendo la loro serenità rimbombare ancora forte, ha salutato i genitori che già le stanno incominciando a mancare in un modo devastante: "Riposate in pace”.