"Chi mi dice che i miei figli non si potevano salvare?". Si tormenta ponendosi questa e altre terribili domande, Carol Fusinato. È la mamma di David e Daniel, di 5 e 10 anni, vittime con il pensionato di 74 anni, Salvatore Ranieri, della strage di Ardea, località a sud di Roma. A compierla è stata Andrea Pignani, ingegnere informatico di 35 anni, disoccupato e con gravi problemi psichici. Nel consorzio di Colle Romito dove abitavano sia le vittime che il killer, domenica 13 giugno Pignani ha esploso cinque colpi di arma da fuoco e si è poi tolto la vita sparandosi.
Ardea, il racconto della mamma dei bambini
Fino a domenica mattina, Carol Fusinato era una mamma come tante, felicemente dedita ai suoi due figli. Li aveva mandati fuori a giocare davanti casa, negli ampi e tranquilli spazi verdi del comprensorio. La famiglia Fusinato si era trasferita a Colle Romito da poco, proprio per il bene dei bambini, per farli stare all'aperto in quella località di mare che specie il fine settimana si riempie di villeggianti, e poter vivere al meglio una particolare dimensione familiare: il papà Domenico è ai domiciliari per fatti di droga. Ad Ardea abita anche la nonna che spesso si dedicava ai nipoti. I bambini, usciti con le biciclette, sarebbero dovuti rientrare a casa per l'ora di pranzo.
Così non è stato. Oggi sui corpi di quei piccoli presso l'Istituto di medicina legale di Tor Vergata si è svolta l'autopsia.
Carol Fusinato è stata la prima a intervenire a sparatoria appena avvenuta. Non appena ha sentito gli spari, è uscita di corsa di casa mossa dall'istinto di madre. Ha capito che non era un rumore di petardi, né si trattava di spari ai cinghiali, talvolta sentiti.
Ha visto "il disastro": ha trovato i suoi figli in una pozza di sangue. Ha provato a tranquillizzarli mentre ancora respiravano: "Siete forti, ce la fate, ora passa tutto", gli ha detto. Ha urlato, ha chiamato il marito Domenico che ha potuto solo tenere la mano dei figli già gravissimi, mentre anche il pensionato che era in villeggiatura ad Ardea, intervenuto per salvare i piccoli, era stato freddato.
Secondo la mamma, forse i suoi figli si sarebbero potuti salvare: ci sarebbero stati ritardi nei soccorsi, l'ambulanza sarebbe arrivata dopo 40 minuti. L’Ares ha riferito che la prima telefonata al 112 è stata fatta alle 10 e 57 di domenica, immediatamente è stata trasferita ai carabinieri perché erano segnalati spari, e la prima ambulanza con medico a bordo è giunta sul posto dopo 11 minuti. Carol Fusinato ha anche detto che non c'era stata alcuna lite tra il killer dei suoi figli e suo marito: quell'uomo non l'avevano mai visto. Avrebbe ucciso tre sconosciuti, colpendoli a caso per scaricare la sua rabbia. Poco prima che Daniel e David uscissero in bicicletta, era passata una pattuglia dei carabinieri per verificare che Domenico Fusinato fosse in casa.
Era andata via da poco quando Pignani ha compiuto la strage.
"Come è possibile che quell'uomo girasse armato e io ho dovuto chiedere il permesso per stare vicino ai miei figli?", è la domanda del papà dei bambini. Ci sono dolore, rabbia, incredulità anche tra gli abitanti di Colle Romito. L'omaggio dei residenti nel punto dove sono stati colpite le tre vittime è incessante. Su un cartello qualcuno ha scritto: "Quando un'anima innocente viene uccisa dalla mano di un adulto, siamo tutti colpevoli. Perdonateci piccoli, se potete. Pignani girava armato nel comprensorio e aveva minacciato i vicini. Ci sarebbe stata una sottovalutazione della pericolosità dell'uomo, non solo in ambito familiare: ai carabinieri non è mai stata fatta nessuna denuncia formale.
La madre del killer, 'Non accettava alcun aiuto'
C'è un'altra madre che ora piange il figlio, è Rita Rossetti la madre di Pignani. Ha riferito che suo figlio non lavorava, non aveva amici, soffriva di manie di persecuzione e non si era voluto curare. L'11 maggio del 2020 l'aveva minacciata con un coltello. Portato all'ospedale dei Castelli Romani, non era stato sottoposto a Tso, ma fu consigliato alla famiglia di rivolgersi a un centro igiene mentale dove l'uomo però non andò mai.
Nel villino di famiglia viveva da estraneo, rintanato in mansarda: le sue occupazioni erano un sacco da box, attrezzi ginnici e il computer. Sui social, aveva un'identità parallela, il suo nickdame era 'Mr Hyde 86'.
Se usciva, era per litigare o spaventare i vicini, spesso sparando colpi in aria con la Beretta, calibro 7.65 appartenuta a suo padre, guardia giurata, morto a novembre 2020. Da allora, la Beretta non sarebbe più stata trovata, ma nessuno della famiglia ne ha denunciato ai carabinieri la sparizione. La Procura di Velletri, indaga ora sulla dinamica della strage di Ardea e sul perché l'omicida suicida fosse in possesso della Beretta. La madre Pignani rischia di essere denunciata per detenzione abusiva di arma.