Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha pubblicato un post su Twitter col quale ha informato: “Ho convocato una riunione straordinaria virtuale dei ministri degli Esteri della Nato per venerdì 20 agosto, per continuare lo stretto coordinamento e la discussione sull'approccio comune per l'Afghanistan".

Jens Stoltenberg sul fallimento politico in Afghanistan

Prima di annunciare la riunione straordinaria, il segretario generale della Nato aveva provato a spiegare i motivi dell’escalation che ha portato le milizie talebane a invadere Kabul e prendere il potere.

Nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, lo scorso 17 agosto, ha parlato di un “collasso militare e politico non prevedibile”. Per Stoltenberg la responsabilità del trionfo talebano è da addebitare a quelle forze politiche che i ministri Nato hanno sostenuto. “Perché le forze che abbiamo sostenuto e formato non hanno resistito?” È questa, secondo Stoltenberg, la domanda fondamentale. Dopo 20 anni la Nato ha deciso di concludere la missione in Afghanistan ed è stata "una decisione molto difficile", a detta di Stoltenberg, ma che non pregiudica l'attenzione degli alleati per i diritti umani. La lotta al terrorismo resta alta, ma ora "la priorità è quella di evacuare le persone al più presto.”

Biden: 'Non c’è modo per uscire da questa situazione senza che ne derivi il caos'

Dopo aver perso consensi a causa delle vicende in Afghanistan, il presidente Joe Biden ha dichiarato a ABC News che le truppe statunitensi potrebbero restare oltre la scadenza del 31 agosto, in modo da evacuare tutti gli americani dall'Afghanistan.

Si tratta della prima intervista dopo la presa di Kabul da parte dei talebani. “Se sono rimasti cittadini americani, rimarremo fino a quando non li tireremo fuori tutti", dice Biden, che difende la gestione del ritiro, aspramente criticata da una parte dell’opinione pubblica.

Secondo il presidente degli Stati Uniti “non c’è modo per uscire da questa situazione senza che ne derivi il caos”.

È anche emerso che alcuni documenti riservati dell’intelligence statunitense, avvertivano l’amministrazione Biden di un’imminente presa di potere da parte dei talebani e del probabile collasso delle truppe afgane.

Caos nella capitale

Gli Stati Uniti dichiarano di aver evacuato quasi 6.000 persone da sabato, rimangono però migliaia di americani e decine di migliaia di afgani che vogliono lasciare l’Afghanistan e si teme che la lentezza delle operazioni d’evacuazione metta a rischio la vita di queste persone.

Biden sostiene che i talebani stiano collaborando con gli USA, facilitando l’evacuazione dei cittadini statunitensi. “Stanno cooperando, lasciando uscire i cittadini americani, il personale americano, le ambasciate”, dice il presidente degli Stati Uniti, “ma stanno avendo… stiamo avendo qualche difficoltà in più ad avere coloro che ci hanno aiutato quando eravamo lì”.

Mentre Biden rilascia dichiarazioni, i talebani parlano alle emittenti afgane, ricordando che il 19 agosto si celebra il giorno dell'indipendenza afgana. Nel 1919, infatti, il Paese costringeva le forze britanniche alla resa. "Come risultato della nostra resistenza jihadista”, dice un portavoce della milizia, “abbiamo costretto un'altra potenza arrogante del potere del mondo, gli Stati Uniti, fallire e ritirarsi dal nostro sacro territorio dell'Afghanistan”.