La rete potrebbe dare delle risposte ad alcuni dei tanti interrogativi che gravitano intorno alla morte di Francesco Pantaleo. Lo studente 23enne originario di Marsala (Trapani) frequentava ingegneria informatica a Pisa ed è stato ritrovato carbonizzato domenica 25 luglio nelle campagne della vicina San Giuliano Terme. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero le chat collegate a un gioco online. Le indagini sul caso di Cronaca Nera, seguite anche dal procuratore Alessandro Crini, sono coordinate da pubblico ministero Lydia Pagnini.

I dispositivi di Francesco verranno analizzati

Il corpo di Francesco è stato trovato casualmente da una 17enne a passaggio con il proprio cane a San Martino a Ulmiano, frazione rurale del comune pisano di San Giuliano Terme. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma la procura di Pisa ha deciso di aprire un fascicolo per istigazione al suicidio.

Si tratta di un passaggio tecnico che consente alla magistratura di disporre l’esame autoptico — previsto per la giornata martedì 3 agosto — ma anche per effettuare una serie d'indagini specialistiche sul web e sui diversi dispositivi elettronici in uso dal 23enne siciliano. Da quanto si apprende sarà anche disposta una perizia sul terreno dove è stato rinvenuto il corpo carbonizzato.

Nelle prossime ore, dunque, verrà affidato a un perito tecnico l'incarico di eseguire la copia forense di tutti i dati contenuti nel pc portatile e nello smartphone. Il consulente dovrà scandagliare la rete e la vita social di Francesco. Particolare attenzione, da quanto si è appreso, verrà data a delle chat legate a un videogioco di combattimento molto amato e utilizzato dallo studente.

'Conoscere le second life di Francesco'

Francesco, prima di scomparire nel nulla nella mattinata di sabato 24 luglio, avrebbe cancellato tutti i file presenti sul computer, acquistato solo tre mesi prima. Perché lo avrebbe fatto? È questo quello che si stanno domandando gli inquirenti, che sospettano che proprio dietro quella vita virtuale disinstallata improvvisamente possano trovarsi nuovi elementi utili all'indagine.

"Scandagliare le second life del giovane" ha suggerito il dottor Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo. "Il cadavere - ha sottolineato - parla, ma parlano anche altre cose. E c'è bisogno di 'ascoltare' tutti questi elementi per arrivare alla verità".

Francesco, iscritto alla facoltà d'ingegneria informatica all'Università di Pisa, aveva detto ai suoi genitori, rimasti a Marsala, che avrebbe discusso la tesi martedì 27 luglio. Tuttavia, come confermato dal padre Tonino, il nome del ragazzo non risultava. Lo studente siciliano infatti, pur non potendo essere considerato "fuori corso", era rimasto indietro con qualche esame.