Un uomo, nato nel 1949 in Ruanda, è stato accusato da un giudice di Parigi di “genocidio” e “ crimini contro l’umanità”. La notizia è stata riportata dapprima dall’agenzia di stampa transalpina AFP (Agence France Presse,ndr) e poi, rilanciata da i maggiori quotidiani di lingua francofona dislocati nei vari continenti, fra cui il quotidiano online "Europe1" e la testata parigina "Le Parisien".

Secondo un comunicato dell’ antiterrorismo francese (PNAT), il soggetto, già sotto gli occhi della giustizia a partire dal 2009 “è implicato nel genocidio dei Tutsi commesso nel 1994 in Ruanda” dove tra l’aprile ed il luglio dello stesso anno vennero trucidati circa un milione di civili, i quali dopo lo sterminio furono bruciati e scaricati in profonde fosse comuni (stima dell’ Onu,ndr).

L'anziano, professore di matematica in pensione e residente in Europa proprio dal 1994, era stato naturalizzato nel lontano 2002.

Avvocato e presunto criminale chiusi nel silenzio

Intanto, se da un lato il legale di Isaac Kamali, questo il nome dell’indagato, non ha voluto rilasciato nessun commento, il cofondatore del “ Collectif des parties civiles du Rwanda”, Alain Gauthier, ai microfoni dei giornalisti locali ha così dichiarato: "Dopo le promesse di Emmanuel Macron di perseguire i profughi genocidi in Francia le cose accelereranno?" Per poi concludere: "Non possiamo che rallegrarci di questa notizia, anche se siamo lontani dalla Corte d'Assise".

Kamali non è l'unico processato: alla sbarra anche un ex prefetto

Kamali, comunque, non è l’unico ad esser finito nel mirino di polizia e magistrati.

Infatti, altri due uomini saranno processati nei successivi mesi: Claude Muhayimana, ex albergatore franco-ruandese accusato di aver trasportato miliziani, comparirà dal 22 novembre al 17 dicembre, mentre un ex prefetto, Laurent Bucyibaruta, sarà giudicato a partire da maggio 2022 . Tra i vari protagonisti in negativo della spiacevole mattanza, tuttavia, le autorità non hanno per adesso spiegato quale e se ci sia un collegamento.

Strage in Ruanda, passo indietro della Francia e le scuse di Macron

Il presidente della Repubblica francese, Emmannuel Macron, a dispetto dei suoi predecessori, in un discorso tenuto nella capitale ruandese Kigali nel maggio scorso, ha chiesto perdono alla popolazione africana per non essere intervenuti durante la sanguinosa e violenta strage: il suo Paese "ha preferito il silenzio all'esame della verità". Un j'accuse, fondamentale ma inaspettato, il quale di fatto ha portato rapidamente alla conclusione della prima parte di questo lungo e complesso iter giudiziario.