A Padova, ieri 5 ottobre, quattro uomini hanno rapito un bambino di 5 anni. A capo della banda, c'è Bogdan Hristache, padre 31enne del piccolo David, ed ex marito della mamma, la 26 enne Alexandra Moraru che ha doppia cittadinanza, romena e moldava. Gli altri protagonisti di questa storia, la piccola vittima e i responsabili del sequestro, sono di origini romene. L'azione di forza è avvenuta mentre David era con la mamma. Allertate le frontiere, l'uomo è indagato per sequestro di persona con i suoi complici. A distanza di 24 ore, gli investigatori ritengono che il bambino possa già trovarsi in Romania.
Padova, 'Aiutatemi, hanno rapito mio figlio'
Tutto è avvenuto in pochi istanti in zona San Lazzaro, alla periferia di Padova. Il padre del bambino e i suoi complici avrebbe attuato un piano studiato nei minimi particolari. Lo hanno stabilito le prime indagini dei carabinieri. Alle otto di mattina di martedì, il piccolo Alex è stato prelevato sulla porta dell'abitazione dove vive con la sua mamma, ed è stato caricato a forza su un furgone nero. David si trovava proprio con sua mamma, Alexandra Moraru, che come tutte le mattine lo avrebbe portato all'asilo. La donna è stata bloccata da due uomini, mentre altri due le hanno strappato dalle braccia il bambino. Rimasta a terra ferita, ha immediatamente avvisato le forze dell'ordine.
"Aiutatemi, hanno rapito mio figlio", ha detto ai i carabinieri della stazione di via Rismondo.
Da quando è scattato l'allarme, più pattuglie hanno perlustrato l'area e sono state acquisite le immagini riprese dalle telecamere cittadine, ma il furgone nero è riuscito a fare perdere le tracce. Il padre del bambino che ha precedenti penali ha evitato l'autostrada per eludere eventuali controlli e posti di blocco.
Padova, rapito dal padre per la seconda volta
C'è già un precedente: nel 2018, quando il bambino aveva appena due anni, il padre lo aveva rapito una prima volta. Inizialmente, Alexandra Moraru viveva con Bogdan Hristache in Romania. La relazione con il padre di suo figlio, però, è finita nel 2016, poco dopo la nascita del figlio, per gli atteggiamenti violenti e prevaricatori dell'uomo.
Lei era tornata dai genitori in Moldavia. Lui, dopo averla rintracciata, le aveva chiesto di poter vedere il bambino. Appena gli era stato consentito, l'aveva preso e rapito. Per otto mesi, la donna non aveva avuto più notizie di suo figlio. Poi la svolta, quando David fu rintracciato con il padre a Bucarest che però minacciava di lanciarsi dal tetto di casa con lui in braccio. Dopo questo episodio, il tribunale romeno aveva emesso un provvedimento restrittivo: il divieto di avvicinamento per il papà.
Alexandra in cerca di una nuova vita per lei e il suo bambino, ha scelto ancora una volta di lasciare la Romania per trasferirsi in Italia, e si è stabilita a Padova. Credeva di essere finalmente al riparo da pericoli e nuove insidie e di poter crescere suo figlio in maniera serena.
Ma negli ultimi giorni aveva paura: le era parso di essere controllata, seguita, e agli amici aveva confidato di temere che l'ex si ripresentasse per portarle via di nuovo il bambino. Timori che si sono rivelati fondati.
Ricoverata in ospedale, da un giorno è assistita da sua madre: traumatizzata, assediata dall'angoscia, non mangia e non dorme più. Ha lanciato un appello chiedendo aiuto perché suo figlio sia ritrovato al più presto e riconosegnato a lei. Ha riferito che David non vede suo padre da due anni e per lui è uno sconosciuto, mentre lei lo conosce molto bene e sa di cosa è capace il 31enne. La donna ha chiesto aiuto anche tramite il suo profilo Facebook dove ha pubblicato le foto di padre e figlio.
Le ricerche sono state estese da subito in tutta Italia.
Figli contesi, tragedia a Perugia
Ancora una vicenda di figli contesi ma con esito tragico si è verificata in Italia, il 1° ottobre, e riguarda cittadini ungheresi. Katalina Erzsebet Bradacs, ballerina ungherese 44enne, da cinque giorni rinchiusa nel carcere di Perugia, avrebbe ucciso il figlio di due anni Alex con sette coltellate. Pochi giorni prima, il bambino era stato affidato al padre: per questo motivo la donna sarebbe scappata dall'Ungheria per rifugiarsi a Chiusi dove in passato aveva già vissuto.
L'omicidio sarebbe avvenuto in un casolare abbandonato a Po' Bandino di Città della Pieve, in provincia di Perugia, e sarebbe stato dettato dalla vendetta: lei avrebbe scritto 'Così nessuno lo avrà'.
La donna, che continua a professarsi innocente, si era presentata in un supermercato, tenendo in braccio il corpicino esanime del figlio sostenendo di averlo trovato morto. Per l'ex marito, poteva essere fermata se Alex fosse stato tolto in tempo alla mamma dalle autorità ungheresi.