Dopo la lite avrebbe preso la rincorsa e si sarebbe gettata nel vuoto, dal quarto piano dell'appartamento che divideva con il compagno nel quartiere Aurora di Potenza. È questa la versione fornita agli inquirenti dal fidanzato di Dora Lagreca, la trentenne morta nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 ottobre nel capoluogo lucano. Il giovane, che non risulta indagato, ha asserito di aver cercato, inutilmente, di fermarla. "Non ce l’ho fatta ad afferrarla", avrebbe detto agli investigatori. Del caso di Cronaca Nera si stanno occupando i carabinieri del locale comando coordinati dal capitano Alberto Calabria.

La lite con il fidanzato e il volo dal quarto piano

Dora Lagreca era arrivata in Basilicata pochi mesi fa. Originaria di Arenabianca, frazione di Montesano sulla Marcellana, piccolo centro in provincia di Salerno, era stata assunta come collaboratrice scolastica a Tito, comune a due passi da Potenza. Venerdì 8 ottobre, stando a quanto ricostruito anche attraverso i contenuti postati sulla pagina Instagram della 30enne, Dora ha trascorso la serata in compagnia del fidanzato convivente e di alcuni amici in giro per locali. Nelle foto la si vede, come sempre, serena e spensierata.

La coppia, una volta rientrata nella loro mansarda, al quarto piano di una palazzina di via Di Giura avrebbe avuto una violenta lite per motivi, al momento, non meglio precisati.

Stando a quanto riferito dal compagno durante l'interrogatorio in caserma (durato circa 5 ore), Dora avrebbe minacciato di gettarsi dal balcone e, ad un certo punto, intorno alle due di notte, la giovane collaboratrice scolastica avrebbe preso la rincorsa e si sarebbe gettata nel vuoto. Il ragazzo ha spiegato di aver provato a fermarla, ma di non esserci riuscito.

I soccorsi sono arrivati immediatamente, ma nonostante la corsa al vicino ospedale San Carlo, per la trentenne campana non c'è stato nulla da fare: troppo gravi le ferite e i traumi riportati nell'impatto.

Il post di Dora contro la violenza sulle donne

Familiari e amici, sgomenti per l'accaduto, non riescono a credere che Dora possa essersi uccisa, soprattutto ora che poteva contare anche su una certa stabilità lavorativa.

Chi la conosceva, infatti, la descrive come una ragazza innamorata della vita ed esclude il gesto volontario.

Gli inquirenti, coordinati dal Capitano dei Carabinieri Calabria, in attesa di nuovi accertamenti e riscontri, stanno mantenendo il massimo riserbo sul caso e stanno continuando a indagare e a scandagliare anche la vita social della giovane. Solo pochi giorni fa, Dora aveva condiviso sulla sua pagina Facebook un pensiero contro la violenza sulle donne. "La maggior parte delle violenze - è scritto nel post - non sono commesse da un tipo con il passamontagna che aspetta dietro l'angolo. Sono messe in atto da una persona conosciuta".