Potrebbe esserci una svolta clamorosa nelle indagini sul caso di Nada Cella, la giovane ammazzata a Chiavari, in provincia di Genova, il 6 maggio del 1996, mentre era da sola al lavoro nello studio del commercialista Marco Soracco, situato in via Marsala. Gli inquirenti avrebbero scoperto alcune tracce di sangue sul vecchio motorino sequestrato nei giorni scorsi ad Annalucia Cecere e utilizzato dalla donna negli anni ’90. Grazie al lavoro di una giovane criminologa Antonella Pesce Delfino, che ha evidenziato alcuni elementi trascurati nelle indagini passate, la Cecere, ex insegnante di 53 anni, è stata indagata per il delitto di Nada.
Le impronte di sangue rinvenute nelle scorse ora dovranno essere sottoposte a nuovi esami da parte degli uomini della scientifica per stabilire se appartengono alla vittima: in particolare sarà necessario estrarre il Dna dai reperti isolati.
Si cercano collegamenti tra le tracce ematiche rinvenute sul motorino e il delitto di Nada Cella
Lo scooter, che risulta immatricolato negli anni ’90, era conservato dall’indagata in un garage a Boves, in provincia di Cuneo, dove la donna vive con il marito. Gli investigatori sperano di trovare sul motorino, sequestrato nelle scorse settimane, elementi che possano ricondurre all’assassinio di Nada Cella. Inoltre in questi giorni sono iniziati gli accertamenti tecnici da parte del genetista Emiliano Giardina, noto per essere stato interpellato in un altra vicenda di Cronaca Nera: il delitto di Yara Gambirasio.
Una telefonata che potrebbe essere utile alle indagini sul delitto di Nada
Nel frattempo continuano le indagini per cercare di identificare la donna, con ogni probabilità un’anziana, autrice di una telefonata, risalente al 9 agosto del 1996, resa pubblica nei giorni scorsi dalla squadra mobile e dalla Procura di Genova. La testimone sosteneva di aver notato la mattina del delitto, mentre era in macchina, una conoscente di nome Anna sul suo scooter, nei pressi dello studio del commercialista: era sporca e aveva infilato qualcosa nel motorino.
Inoltre la conoscente non aveva risposto al suo saluto, così come l'aveva ignorata anche durante un incontro successivo in strada, avvenuto alcune settimane dopo. La chiamata della sconosciuta era arrivata alla casa di Marco Soracco, il professionista presso il quale Nada lavorava come segretaria, che in quel momento era tra i sospettati del delitto e quindi intercettato.
Le nuove indagini sull’assassinio di Nada
Annalucia Cecere era già entrata nelle prime indagini sull’assassinio di Nada, ma dopo due settimane gli inquirenti avevano archiviato la sua posizione, senza che il suo nome fosse mai reso pubblico. Dopo 25 anni si è tornati a parlare di lei grazie al lavoro della criminologa Antonella Pesce Delfino, che ha evidenziato alcuni elementi non considerati in passato, tra i quali una testimonianza presente negli atti, ma giudicata non rilevante. Si tratta delle parole di un’altra donna, che la mattina del delitto aveva notato una giovane allontanarsi in motorino dalla strada dello studio di Soracco. Secondo chi ha riaperto l’inchiesta sulla vicenda, la 53enne potrebbe aver ucciso Nada Cella perché gelosa della segretaria e desiderosa di prendere il suo posto, per stare vicina al commercialista di cui si era invaghita.