All'alba del 2 novembre la Squadra Mobile di Latina ha effettuato, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, nell'operazione denominata “Ottobre Rossotre arresti. Uno degli arrestati è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine della provincia pontina: Gianluca Tuma, già nel mirino della magistratura per via della condanna ricevuta nel processo “Don't Touch”. Gli altri due rispondono ai nominativi di Gino Grenga e Stefano Mantovano. La Polizia ha anche eseguito il sequestro di cinque attività nel campo della ristorazione in diverse località, sia in Latina città che fuori dal capoluogo.

Il ruolo fondamentale di Gianluca Tuma

La mente di tutto è stato, appunto, Tuma, che ha agito come l'architetto di una serie di operazioni finanziarie non lecite. Lui, di fatto, ha gestito questi locali servendosi di intestatari fittizi. L'uomo è noto nelle cronache giudiziarie per via del processo “Don't Touch”, dove ha ricevuto la condanna a tre anni e quattro mesi per intestazione fittizia di beni, confermata in Appello e poi in Cassazione, e adesso è ritornato in carcere insieme ai suoi complici. Le società sottoposte a sequestro giudiziario sono le seguenti: La Casa della Morgana srl, Morgana srl, Amal srls, Pizza 1 srl e Str srl.

L'ammontare dei beni societari sottoposti a sigillo giudiziario è di 500mila euro.

Le indagini della Polizia, che sono iniziate all'incirca due anni fa, hanno permesso di appurare che i complici di Tuma, ossia Grenga e Mantovano, sono stati denunciati a suo tempo da un uomo che è stato minacciato da loro per via di alcuni assegni, che poi sono risultati a vuoto, da restituire. Da questo episodio si è innescata una spirale estorsiva che ha messo lo stesso soggetto, a sua volta imprenditore, in ginocchio.

In più Tuma si è fatto intestare, attraverso l'uso di suoi complici compiacenti, la loro titolarità per eludere la sorveglianza a cui è stato sottoposto fin dal 2019.

Il commento della Questura di Latina

L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina nella persona del sostituto procuratore Antonio Sgarrella ed eseguita dal capo della Mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo, ha permesso di spezzare, come ha affermato il Questore di Latina Michele Spina, una serie di operazioni finanziarie illegali volte al riciclaggio di capitali.

Per giunta Tuma adesso è destinato di nuovo alla detenzione in carcere, da cui è uscito precedentemente per via della decisione presa dalla Cassazione che ha annullato la sua condanna al regime carcerario, e che la Corte di Appello di Roma adesso deve riesaminare in virtù degli ultimi fatti accaduti.