Niente più disegni sulla pelle dei calciatori cinesi. Il divieto sui tatuaggi arriva direttamente dalla China Sports Administration che, in accordo con il ministero dello Sport, ha diffuso questa mattina il comunicato ufficiale: "i calciatori della Nazionale cinese da ora avranno il divieto formale di farsi nuovi tatuaggi - si legge nella nota - Quelli già esistenti dovrebbero essere rimossi o quantomeno coperti, durante le gare e gli allenamenti". Stando a quanto contenuto nell'annuncio, l'unica eccezione è costituita dalle 'circostanze speciali' per le quali servirà comunque il consenso della squadra.

Il provvedimento stabilisce inoltre che gli atleti che non si adegueranno al divieto non saranno più convocati e le nuove leve, neanche a dirlo, non avranno alcuna possibilità di essere reclutati nelle nazionali giovanili.

Addestramento militare per i calciatori

Il provvedimento che vieta i disegni sul corpo si affianca, in realtà, ad un'altra disposizione rigoristica, decretata alcuni mesi fa dalla Federazione calcistica; con l'obiettivo di creare una superpotenza calcistica, 55 giocatori tra i migliori di Pechino sono stati infatti sottoposti ad un allenamento militare intensivo di tre mesi, insieme ai militari dell'esercito.

L'emittente televisiva cinese CCTV ha mostrato le loro immagini mentre si rasavano i capelli, sostituivano maglie e scarpette con tute mimetiche e anfibi.

Ma non è tutto; la linea del rigore cinese passa anche dall'ideologia e così ai calciatori sono state somministrate anche lezioni di educazione e formazione del pensiero 'per interiorizzare la disciplina e lo spirito di squadra'.

Il piano contro volgarità e devianze di genere

Una serie di misure drastiche dunque, che vanno ad inserirsi in un quadro di intransigenza ben più ampio.

Con l'obiettivo di riprendere il controllo sulla gioventù e imporre valori virili che contrastino la decadenza morale proveniente dall'estero, Pechino ha infatti deciso di imporre limitazioni ai contenuti "volgari" trasmessi in tv e sui social network. Come si legge nel piano pubblicato sul sito dall'amministrazione nazionale dei media, i programmi dovranno dedicare maggiore spazio alla cultura cinese tradizionale, a quella rivoluzionaria e socialista.

Inoltre, emittenti televisive e radiofoniche non potranno assumere conduttori o invitare ospiti che manifestano una posizione politica 'scorretta'.

Nel mirino anche la comunità LGBTQ+. Il regolatore dell'audiovisivo cinese, infatti, ha bandito le star "ambigue", ovvero quegli artisti definiti "effeminati" che veicolerebbero, soprattutto tra i più giovani, messaggi contro la 'normalità'.