Nelle scorse ore, a Trento, un uomo di 50 anni è morto in ospedale a causa del Covid-19 dopo aver rifiutato le cure con l'ossigenazione artificiale in terapia intensiva. A riferire la notizia è Rai Trentino, che precisa come il protagonista della vicenda fosse un convinto no-vax. Idee, le sue, che erano talmente radicate al punto da preferire la morte piuttosto che i trattamenti sanitari: finito in terapia intensiva, infatti, l'uomo ha rifiutato l'ossigenazione forzata.

L'uomo soffriva di obesità ma non aveva gravi patologie

Il tutto si è consumato all'Ospedale Santa Chiara di Trento, dove il 50enne positivo al Covid-19 è stato ricoverato.

L'uomo, infatti, era in condizioni di salute molto precarie: a causa della positività al virus era incorso in una forma grave di insufficienza respiratoria.

Tuttavia, giunto presso la struttura sanitaria, il personale sanitario ha sottoposto all'uomo le procedure di routine legate al consenso informato. In questa occasione il 50enne ha espresso a medici e infermieri le proprie posizioni, negando dunque il consenso alle terapie di ossigenazione artificiale: in sostanza, l'uomo ha rifiutato l'intubazione, valutata dai medici come la terapia necessaria per la sua sopravvivenza.

In seguito a questa scelta, le condizioni di salute del 50enne si sono ulteriormente aggravate fino alla sua morte. I medici hanno successivamente spiegato che l'uomo soffriva di obesità ma non presentava altre patologie: per questo la terapia intensiva gli avrebbe potuto dare chance di sopravvivenza.

Nel nostro Paese peggiora la situazione legata al Covid-19, con i decessi che sono tornati a superare quota 100

Intanto, la pandemia da Covid-19 continua a crescere nel nostro paese. Il bollettino reso noto nella giornata di ieri, venerdì 10 dicembre, ha infatti mostrato un nuovo aumento nel numero delle persone decedute: 118 in 24 ore.

Il numero dei nuovi positivi è invece stato superiore ai 20mila: numero, questo, che non si vedeva da molti mesi. Dato positivo sono però i tamponi effettuati, che hanno superato la quota 700mila portando la percentuale di positività a scendere sotto il 3%.

Brutte notizie, infine, sono arrivate anche dagli ospedali. I ricoveri in terapia ordinaria hanno infatti fatto segnare una crescita di ben 150 unità nelle 24 ore.

Decisamente più lento l'aumento dei nuovi ricoveri nei reparti di terapia intensiva, con il saldo tra dimessi e nuovi ricoveri che porta la variazione totale a + 5 unità. A causa di questo aumento degli indicatori, sono in crescita anche le regioni che rischiano un cambio di colore nelle prossime settimane: la Calabria, ad esempio, da lunedì 13 dicembre sarà in zona gialla.

Nonostante il peggioramento generale degli indicatori, sul fronte delle cure vi sono delle notizie incoraggianti: le autorità sanitarie inglesi, infatti, hanno approvato la pillola Molnupiravir (al momento sotto revisione dell'EMA), mentre Pfizer ha recentemente reso noti i risultati (incoraggianti) della sua pillola antivirale.