Denise Pipitone è diventata la figlia di tutti gli italiani: da 17 anni il caso coinvolge l'opinione pubblica che teme di non sapere mai chi il 1° settembre 2004 rapì a Mazara del Vallo la bambina di tre anni e mezzo. Ieri, l'ultimo 'schiaffo' per Piera Maggio e Piero Pulizzi, madre e padre della bambina: il gip di Marsala ha archiviato l'indagine sul caso nella convinzione che "compito del sistema giudiziario non è quello di trovare a tutti i costi un colpevole, a prescindere dalla verità degli accadimenti e dalla sostenibilità di un'accusa in giudizio".

In un documento di 30 pagine, il giudice Sara Quittino ha motivato la decisione e spiegato perché non è stata accolta l’opposizione alla richiesta della Procura sulla posizione di Anna Corona, presentata dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio.

Denise, 'Elementi non sufficienti a sostenere l'accusa'

Quel che la famiglia Maggio, assistita dall'avvocato Frazzitta, temeva, è accaduto: il gip di Marsala ha accolto la richiesta della Procura. A motivare la decisione, innanzitutto, la mancanza di prove ed elementi sufficienti a sostenere un'accusa in giudizio. "Non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona", scrive il gip riferendosi alla nuova indagine incentrata sull'ex moglie del padre naturale della bambina.

Tantomeno dopo "indagini lunghe e incredibilmente vaste" della Procura, si potrebbe arrivare ad un'affermazione di responsabilità.

Dopo 17 anni, Denise non è tornata a casa e i punti oscuri nella vicenda restano: ma per il gip non è possibile imputare alla principale indagata una condotta criminale specifica. Altro elemento che ha portato all'archiviazione, l'inquinamento probatorio derivato dalla trattazione mediatica del caso.

La vicenda, dalla vecchia alla nuova indagine

Lunga e intricata la vicenda che nel corso di questi anni ha visto sospettati, dentro e fuori il contesto familiare: nella prima inchiesta Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise indiziata di aver partecipato al sequestro perché gelosa della bambina, processata, è stata assolta in via definitiva per insufficienza di prove.

Il caso è tornato alla ribalta mediatica lo scorso maggio dopo che una tv russa aveva annunciato il ritrovamento di Denise, smentito dall''esame del Dna. Da allora ci sono state altre segnalazioni non attendibili, false testimonianze e un'ex pm, Maria Angioni, che indagò su Denise nel 2004, rinviata a giudizio per false informazioni al pm.

Al centro della nuova inchiesta, con Anna Corona era indagato Giuseppe Della Chiave: entrambi accusati di concorso in associazione mafiosa. Quindi, una coppia di turisti romani, Paolo Erba e Antonella Allegrini, che si erano inventati di conoscere particolari sulla scomparsa di Denise, appresi invece dalla televisione, e che poi hanno ammesso le loro responsabilità.

Durante l'inchiesta non sono mancati i colpi di scena: il 12 maggio una lettera recapitata all'avvocato Frazzitta da parte di un anonimo che avrebbe visto Denise il giorno del rapimento. Poi, le intercettazioni il 25 maggio 2021 di Anna Corona che, parlando a telefono con la figlia Alice, dice frasi quali, "Vuoi sapere chi è stato? Io e Giuseppe" e "La bambina è morta. A Piera le si deve bruciare il cuore".

Denise, la mamma: 'Da 17 anni rapita ogni giorno'

Nelle note conclusive del suo testo, il gip scrive con il pensiero volto alla famiglia di Denise che archiviare non significa abbandonare la ricerca della verità. Anzi, interesse della magistratura è perseguirla, continuare a indagare laddove emergano nuovi elementi, appigli investigativi e piste percorribili per comprendere cosa sia accaduto Denise e perseguire penalmente i responsabili del suo sequestro.

Una bambina di tre anni e mezzo non può essersi rapita da sola, qualcuno ha visto e non parla, il muro di omertà è stato abbattuto solo in parte: concetti che Piera Maggio ha ripetuto infinite volte in questi anni nei suoi passaggi in tv e nei post sui social. "Qualcuno parli e ci tolga da questa agonia", l'ultimo appello social. "Staremo ad attendere come sentinelle cosa farà adesso la Procura. Non molliamo” è scritto a firma di Piera Maggio e Piero Pulizzi in risposta all’archiviazione delle nuove indagini sul rapimento della loro bambina. In un altro post, Piera ha scritto: "Chi ha rapito Denise deve sapere che non finirà mai, e che presto o tardi scopriremo la verità. Denise, da 17anni, viene rapita ogni giorno".

In tanta amarezza, una buona notizia: è stata approvata la commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone. Un'indagine si chiude, ne inizierà un'altra. Ad annunciarlo per primo oggi su Twitter è stato Milo Infante, il giornalista Rai che segue il caso da anni.