Continua l'inchiesta da parte degli inquirenti per cercare di far luce intorno alla morte di Marco Pantani. Il ciclista, infatti, venne trovato morto in una stanza d'albergo a Rimini nel febbraio del 2004. Da subito si diffusero le più svariate ipotesi sul decesso, con l'autopsia che però fece propendere per la pista del suicidio, individuando in una overdose la causa di morte. Tonina Belletti, la mamma di Pantani, non ha però mai creduto all'idea che il proprio figlio abbia potuto togliersi la vita e per questo ha sempre lottato affinché la giustizia indagasse per fare chiarezza sulla dinamica dell'avvenuto.

Sulla morte di Pantani sono state già archiviate due indagini

Nel corso degli anni, comunque, le istanze della madre sono state ascoltate al punto che sono state aperti due filoni diversi di inchiesta: l'obiettivo era quello di indagare per mettere in luce degli eventuali aspetti che potessero far pensare a un omicidio. Tuttavia entrambe le inchieste non hanno avuto alcun riscontro, venendo archiviate.

Negli ultimi mesi però è stata aperta una terza inchiesta e per questo, nelle ultime ore, la mamma di Pantani è stata sentita in Procura dai Carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Rimini. A dare la notizia è stato Sport Mediaset, che ha sottolineato come l'incontro sia durato ben tre ore e mezza.

Tonina, agli investigatori, ha raccontato la sua verità e ha svelato come Pantani, prima della morte, si trovasse in compagnia di due escort. Queste, in particolare, sarebbero salite (seconda la versione di Belletti) nella stanza del ciclista nella stessa mattina nella quale, poi, il Pirata è morto.

Tonina ha invitato gli inquirenti a cercare le due ragazze

Belletti, dunque, ha invitato gli inquirenti a cercare di individuare e rintracciare le due escort. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, infatti, le due donne sarebbero state viste scendere dall'hotel con un maglione verde e un marsupio. Non è da escludere che all'interno di questo potessero esserci i 'famosi' ventimila euro che Pantani aveva prelevato ma che non sono mai stati ritrovati.

Questa comunque è solo una ipotesi che al momento non trova nessun tipo di riscontro.

Quel che è certo, comunque, è che il pubblico ministero Luca Bertuzzi, al quale è stata affidata l'indagine, ha già raccolto in procura le dichiarazioni di numerosi testimoni, tra cui anche Fabio Miradossa, ovvero colui che è stato accusato di essere il fornitore delle sostanze illecite di Pantani. Il fascicolo che indaga sulla morte di Pantani rimane senza alcun nome iscritto nel registro degli indagati.