Dietro la strage di Samarate potrebbe esserci un progetto di lavoro sbagliato che avrebbe portato la fobia di Alessandro Maja per i debiti a un punto di non ritorno. Cosa abbia spinto il 57enne geometra, che si faceva chiamare "architetto", a uccidere nel sonno la moglie Stefania Pivetta, la figlia 16enne Giulia, e a ridurre in fin di vita Nicolò, il figlio più grande, se lo continuano a chiedere gli inquirenti.

La notte tra il 3 e il 4 maggio, nella villetta familiare di via Torino nel piccolo comune in provincia di Varese, l'uomo ha colpito a martellate la moglie e i figli.

Poi, col corpo metà dentro e metà fuori dalla porta di casa, davanti ai vicini sconvolti, avrebbe detto: ”Li ho uccisi tutti, bastardi".

Strage di Samarate, caccia al movente

Chi indaga è sempre più convinto che il movente del duplice delitto sia economico. Ma ancora mancano riscontri precisi. Maja aveva davvero debiti pesanti? Versava realmente in gravi difficoltà economiche? Dagli accertamenti fatti finora, sembrerebbe che la sua azienda specializzata in interior design con sede a Milano avesse bilanci solidi. Allora, è forse possibile rintracciare un episodio che abbia fatto deflagrare le ossessioni monetarie del geometra? Il 57enne sarebbe stato assediato da fantasmi mentali: soprattutto la paura di finire in miseria e di non poter più garantire alla sua famiglia il tenore di vita avuto per anni.

Paura manifestata al gip che lo ha interrogato nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Gerardo di Monza. Al giudice ha detto di essere stato ossessionato dai debiti e che si sentiva un fallito.

In cerca di risposte precise, gli inquirenti hanno sentito i due commercialisti del 57enne. Uno seguiva l'attività dell'imprenditore, l'altro controllava entrate e uscite della famiglia.

Maja ha infatti due conti bancari, ora passati al vaglio: uno aziendale, l'altro dedicato alle spese familiari.

Dagli ultimi rilievi e documenti forniti dai commercialisti, sembra che ci sarebbe stato un progetto sbagliato di ristrutturazione di un famoso locale milanese. Maja, oltre a presentarsi come architetto quando era geometra, avrebbe commesso una serie di errori, come anticipare i soldi sia per pagare le maestranze che per l'acquisto del materiale.

Inoltre, il lavoro che gli sarebbe stato commissionato da una nota catena non sarebbe stato ritenuto idoneo, al punto da rimandare l'inaugurazione del locale. Allora, Maja sarebbe stato certo del fallimento e di dover pagare una penale con conseguenze finanziarie devastanti.

Strage di Samarate, attesa la perizia psichiatrica

Tra tutti gli accertamenti in programma, il più atteso è quello volto a verificare quali fossero le reali condizioni psichiche del 57enne al momento della strage di Samarate. La perizia psichiatrica è stata chiesta da Enrico Milani e Sabrina Lamera, difensori dell'uomo che avrebbe tentato di uccidersi con un trapano dopo la mattanza e per cui si è reso necessario il ricovero in psichiatria dopo l'arresto.

La perizia dovrà valutare se l'indagato sia capace di intendere e di volere e di stare in giudizio.

La procura di Busto Arstizio, che conduce le indagini, ha dato l'incarico per l'analisi di tutti i cellulari di famiglia, quelli delle vittime, ma soprattutto lo smartphone del marito e padre assassino. Si cercano messaggi che possano essere di rilevanza investigativa e permettano di individuare il movente della strage. C'è una discrepanza totale tra l'immagine di famiglia perfetta all'esterno e ciò che è accaduto. I vicini li conoscevano come persone tranquille: non li avevano mai sentiti litigare.

Strage di Samarate, lieve miglioramento di Nicolò

Giulio e Ines, i genitori di Stefania Pivetta che hanno perso la figlia e la nipote, ora vivono nella speranza che il nipote sopravvissuto possa farcela.

Ridotto in gravi condizioni dal padre, Nicolò non è ancora fuori pericolo: ricoverato dal 4 maggio, resta in prognosi riservata, ma inizia a rispondere agli stimoli e ha aperto lievemente gli occhi. Ha subito più interventi, l'ultimo a uno zigomo. Oltre al dolore per una strage incomprensibile, i nonni sono in grande apprensione per le sorti del nipote: lo vanno a trovare tutti i giorni, cercando di stimolarlo.

Giulio ha chiesto l'aiuto ai calciatori del Milan, squadra di cui Nicolò è tifoso: da Milanello è arrivato il videomessaggio dei giocatori e dell'allenatore sperando che il 23enne reagisca. Nicolò è stato colpito dal padre alla testa con il martello nella villetta di Samarate. I segni sulle mani rivelerebbero che avrebbe cercato di ripararsi.

"Maja non è pazzo, aveva preparato tutto. Sapeva perfettamente cosa faceva. Lui non è pazzo ma sta facendo impazzire noi", ha detto la nonna Ines a La vita in diretta, convinta della premeditazione del genero.