Si è tenuta ieri, sabato 15 marzo 2025, la traslazione del corpo del beato giudice Rosario Angelo Livatino dalla cappella di famiglia del Cimitero di Canicattì alla chiesa di Santa Chiara del comune in provincia di Agrigento, dove era nato il 3 ottobre del 1952. Presenti le autorità locali e l'arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano che ne ha disposto la traslazione e molti fedeli suoi concittadini e delle zone limitrofe.

Il programma della traslazione del beato giudice Rosario Angelo Livatino

Come disposto dall’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, già autorizzata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, nel pomeriggio del 15 marzo 2025 ha avuto luogo la traslazione dal Cimitero di Canicattì alla chiesa di Santa Chiara delle spoglie mortali del Beato Rosario Angelo Livatino, primo magistrato beatificato il 9 maggio 2021, ucciso a 38 anni in odium fidei dai sicari della mafia il 21 settembre 1990.

La traslazione del beato giudice Rosario Angelo Livatino è cominciata alle ore 14 del 15 marzo 2025 quando in forma privata nel Cimitero di Canicattì dopo un momento di orazione presieduto dall’Arcivescovo mons. Alessandro Damiano, si è proceduto all'apertura del loculo ed allo svolgimento delle operazioni necessarie. Successivamente, dopo la sistemazione del corpo del Beato nella cassa di rinforzo di zinco è avvenuto il corteo per varie vie della città: via Nazionale, via Capitano Ippolito, piazza IV novembre, corso Umberto.

Giunta davanti al Municipio di Canicattì, la cassa è stata posta su un carrello da processione spinto a mano ed è stata accolta dai fedeli davanti la chiesa di San Diego nella quale si svolsero i funerali il 22 settembre 1990, il giorno dopo l'assassinio.

L'allora arcivescovo di Agrigento, monsignor Carmelo Ferraro, celebrò le esequie di Livatino nella basilica.

Dopo un breve momento comunitario di preghiera, ha avuto inizio il corteo pubblico lungo viale Regina Margherita — con sosta davanti la casa natale del Beato (che oggi è diventata un museo a lui dedicato dove si può vedere la sua stanza che è rimasta come lui l'aveva lasciata e piena dei suoi effetti personali) — viale della Vittoria e via Guggino, fino alla chiesa Santa Chiara.

Durante il corteo si è svolta l’animazione spirituale guidata dai gruppi parrocchiali.

Dopo l’ingresso in chiesa del corpo del Beato, ha avuto luogo un momento di preghiera, durante il quale sono stati nominati e hanno prestato giuramento i membri del tribunale ecclesiastico che ha proceduto alla ricognizione canonica. Terminato il momento di preghiera, ha avuto inizio la fase strettamente privata della ricognizione.

È stato deciso di traslare il corpo del beato giudice Rosario Angelo Livatino dalla piccola cappella di famiglia del cimitero, dove riposava insieme alla mamma Rosalia Corbo e al papà Vincenzo anche lui laureato in legge ma dipendente dell'esattoria comunale, alla chiesa di Santa Chiara per consentirne la venerazione ai tanti fedeli. La scelta della chiesa di Santa Chiara è dovuta al fatto che si trova in un luogo periferico, è vicina alla casa dove viveva il giudice ed è molto grande tanto da poter accogliere al suo interno più di 1000 fedeli.

La beatificazione del giudice Rosario Angelo Livatino

Rosario Angelo Livatino era stato beatificato il 9 maggio 2021, nell'anniversario della visita apostolica di papa Giovanni Paolo II nella città dei Templi, con una cerimonia solenne che si era tenuta nella cattedrale di Agrigento e trasmessa su Rai 1.

Esposta, durante la beatificazione, in una teca la camicia insanguinata indossata durante l'agguato. La data di commemorazione è il 29 ottobre. Da Papa Francesco è stato definito "martire della giustizia e della fede" e ha aggiunto: "sia esempio di legalità per tutti". Un magistrato che è stato ucciso in "odium fidei" e che è considerato un martire della giustizia e, indirettamente, della fede.

La dottoressa Linda Ghisoni, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha commentato la beatificazione del giudice Rosario Angelo Livatino con queste parole: “Era odiato perché giusto, perché esercitava con mitezza e fermezza insieme la sua professione. Il giovane magistrato viveva da cristiano non solo quando varcava le porte della chiesa, ma quando varcava quelle del Tribunale: una vita unificata la sua, vissuta sotto il segno della “tutela di Dio”, come amava appuntare su alcuni effetti personali.

Un martire silenzioso dei nostri giorni, che ha vissuto il suo lavoro come luogo in cui essere testimone di Gesù Cristo e del Vangelo. In Rosario Livatino abbiamo un modello cui ispirarci per un impegno qualificato dei laici nella vita pubblica.”

Per avviare e realizzare il processo di santificazione si attendono miracoli attribuibili all'intercessione del beato Rosario Angelo Livatino.

Cenni biografici di Rosario Angelo Livatino

Rosario Angelo Livatino nacque a Canicattì (Agrigento) il 3 ottobre 1952 figlio dell'avvocato Vincenzo impiegato all'ufficio dell'esattoria comunale e di Rosalia Corbo.

Conseguì la maturità classica presso il liceo Ugo Foscolo di Canicattì, dove prestava il suo attivo impegno nell'Azione Cattolica.

Nel 1971 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza all'Università degli Studi di Palermo dove si laureò cum laude il 9 luglio 1975 con il professore Antonio Pagliaro, scelto come relatore per la tesi di laurea su un tema impegnativo: “L’autore mediato”.

Tra il 1977 e il 1978 prestò servizio come vicedirettore in prova presso l'Ufficio del Registro di Agrigento. Sempre nel 1978, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per entrare nella magistratura italiana, venne assegnato presso il tribunale ordinario di Caltanissetta.

Nel 1979 diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando ricoprì il ruolo di giudice a latere.

Come sostituto procuratore della Repubblica si occupò fin dagli anni ottanta sia di fatti di criminalità mafiosa ma anche di tangenti e corruzione. Fu proprio il suo grande zelo nello svolgere il proprio lavoro e l'amore per la giustizia che non lo fecero fermare dal firmare condanne anche quando riceveva intimidazioni e minacce fino al tragico epilogo, consumatosi il 21 settembre 1990 con la sua uccisione. Anche quando sapeva che la propria vita era in pericolo, rifiutò la scorta perché non voleva che qualcuno morisse insieme a lui.

Le iniziative in ricordo del giudice Livatino

Da quel 21 settembre 1990, sono molte le iniziative volte a ricordare il beato giudice Rosario Angelo Livatino. A proposito di ciò, è divenuta famosa una sua frase molto emblematica e significativa: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili».

Ogni anno il 21 settembre si svolge il ricordo dell'anniversario della sua uccisione attraverso una messa nella chiesa di San Domenico di Canicattì che era solito frequentare sempre e alla quale partecipano anche ragazzi delle scuole. Nel 1994 è uscito il film Il giudice ragazzino dedicato alla sua storia con protagonisti Giulio Scarpati e Sabrina Ferilli, inoltre gli sono stati dedicati vari docufilm, libri e spesso è protagonista di cronache e notizie che ne ricordano la sua storia. Nelle scuole della città e non solo viene ricordato attraverso la distribuzione di opuscoli che raccontano la sua vita e sono a lui dedicate strade, viadotti, parchi.