Proseguono gli episodi di violenza che vanno duramente condannati. Sabato ci sono stati scontri a Udine tra tifosi del Bologna e forze dell'ordine con il ferimento di alcuni agenti, mentre domenica 23 novembre un'altra brutta pagina di violenza ha segnato il pomeriggio di calcio. Un pomeriggio che doveva essere di sport e normalità si è trasformato in un episodio di violenza. Un giovane calciatore dell’Under 15 dell’Ascoli è stato aggredito a Porto d’Ascoli da un giovane che, secondo le prime ricostruzioni, lo avrebbe colpito dopo aver visto la tuta bianconera che il ragazzo indossava al rientro da una partita.
Un gesto improvviso che ha coinvolto anche il fratello minore della vittima.
Il quindicenne era sceso dall’auto per salutare la madre nei pressi dell’attività di famiglia quando è stato avvicinato da un uomo di circa 23 anni. Prima la richiesta di consegnargli il giaccone, poi lo strattone, infine un calcio al ginocchio già infortunato. Attimi concitati, sotto lo sguardo del fratello di 12 anni che avrebbe ricevuto un colpo all’altezza dello sterno. Un’escalation che ha fatto scattare l’allarme e spinto alcuni presenti ad annotare la targa dell’auto con cui l’aggressore si è allontanato poco prima dell’arrivo dei carabinieri.
Giovani calciatori accompagnati all'ospedale
I due ragazzi sono stati accompagnati all’ospedale di San Benedetto del Tronto per gli accertamenti del caso.
La famiglia ha già annunciato l’intenzione di sporgere denuncia, mentre le forze dell’ordine stanno lavorando per definire con precisione dinamica e responsabilità.
Un episodio che riporta alla ribalta la tensione storica della rivalità tra le tifoserie di Ascoli e Sambenedettese, ma che stavolta supera qualsiasi logica di tifo.
La posizione dell’Ascoli: il comunicato
La società bianconera militante in Serie B non ha perso tempo e, attraverso un comunicato apparso sui canali ufficiali, ha espresso una netta presa di posizione.“Ascoli Calcio 1898 FC S.p.A. esprime la massima solidarietà al proprio giovane tesserato, che questo pomeriggio a Porto d’Ascoli, di ritorno da una partita disputata con la squadra e con indosso ancora la tuta bianconera, è stato vittima di una vile aggressione”.
La nota prosegue sottolineando il rifiuto categorico di ogni forma di violenza: “Il club, che condanna apertamente e in maniera decisa simili atti di violenza, che niente hanno a che vedere con quel calcio che l’Ascoli promuove e in cui crede, comunica che il ragazzo è sotto osservazione presso l’ospedale di San Benedetto per essere sottoposto ad accertamenti più dettagliati”.
Infine, un messaggio rivolto direttamente alla famiglia nella speranza di individuare i colpevoli dopo un gesto fatto di "ignoranza pura".
Episodi che fanno male al calcio
Un episodio che richiama l’urgenza di riportare il tifo entro i confini della civiltà, soprattutto quando si parla di giovani. L’auspicio è che le indagini facciano presto chiarezza e che il ragazzo, così come il fratello, possa lasciarsi alle spalle ciò che non dovrebbe mai accadere fuori — e tantomeno dentro — un campo di calcio.
La violenza, soprattutto quando colpisce i più giovani, resta la ferita aperta del nostro calcio. Episodi come questo dimostrano quanto sia fragile il confine tra passione e fanatismo, tra identità sportiva e cieca aggressività. Società sportive, famiglie e istituzioni avranno molto da lavorare insieme perché il pallone torni a essere ciò che dovrebbe essere sempre, a ogni livello, vale a dire un gioco, il più bello e seguito del mondo, non un pretesto per colpire e offendere l'avversario.