La guida pubblicata da Altroconsumo spiega che il botulino è una tossinfezione rara ma molto grave. Bisogna stare attenti. Badando a tutte le regole pratiche per riconoscerlo e prevenirlo.
Quest'estate si è tornati a parlare con insistenza di botulino, dopo i focolai in Calabria e Sardegna, le tre morti e gli oltre trenta ricoveri legati al consumo di guacamole contaminato e di alcune verdure sott'olio. In questi mesi ci sono stati anche dei preoccupanti richiami alimentari. Il Ministero della Salute ha ritirato dei lotti di friarielli alla napoletana per sospetta contaminazione.
In alcuni territori sono stati poi attivati dei protocolli sanitari. Al contempo sono scattate delle indagini giudiziarie per omicidio colposo e commercio di alimenti nocivi.
Altroconsumo, in un approfondimento pubblicato sul proprio sito e condiviso sui principali social, ha descritto il botulino come una malattia che si sviluppa soprattutto in conserve casalinghe preparate senza adeguata acidificazione e sterilizzazione. Nella guida, l'associazione cerca di segnalare al pubblico quelli che sono i sintomi più comuni dell'intossicazione da cibo. Si tratta di sintomi neurologici precoci che richiedono intervento medico immediato.
Botulino, come riconoscerlo e prevenirlo: l'approfondimento di Altroconsumo
L'articolo parla poi della prevenzione, che si basa su regole semplici ma rigorose: acidità corretta, pastorizzazione, attenzione ai segnali di alterazione e consapevolezza che il congelamento non basta. La tossinfezione è causata dalle tossine del Clostridium botulinum. Tossine che gli esperti giudicano fra le più potenti al mondo. Tali molecole biologiche dagli effetti velenosi agiscono sul sistema nervoso bloccando la trasmissione neuromuscolare. E lo fanno in pochi istanti.
Ecco perché l'intossicazione da botulino può essere letale se non trattata tempestivamente. Altroconsumo dà dei consigli per riconoscere e prevenire l'intossicazione.
I sintomi iniziali sono neurologici: vista offuscata, difficoltà a parlare e a deglutire. Bisogna preoccuparsi se si è entrati a contatto con dei cibi particolari. Com'è noto, gli alimenti più a rischio sono le conserve casalinghe e le verdure sott’olio. La prevenzione passa sempre da tre azioni fondamentali. l'acidificazione, la pastorizzazione e l'attenzione ai segnali di alterazione.
Tali sintomi compaiono in genere entro 24-72 ore dall'ingestione. Ma può accadere anche che l'intossicazione si manifesti due settimane dopo il consumo dell'alimento contaminato. Nella maggior parte dei casi, gli intossicati sperimentano una visione offuscata o doppia, mostrano pupille dilatate e palpebre cadenti.
Altri sintomi diffusi sono la difficoltà a parlare e a deglutire, la secchezza della bocca, la stitichezza e i problemi urinari.
La progressione dell'intossicazione è simmetrica, va dalla testa ai piedi, bloccando tutti i muscoli. E diventa gravissima quando arriva a paralizzare i muscoli respiratori. Se diagnosticato in tempo, il botulino si cura facilmente, con antitossina specifica e un adeguato supporto respiratorio. Il problema è che bisogna riconoscere subito i sintomi e recarsi immediatamente in ospedale.
Sicurezza alimentare: come riconoscere la presenza del batterio
Il botulino può trovarsi soprattutto in conserve casalinghe. Nella maggior parte dei casi si sviluppa nelle verdure sott’olio.
Olive, funghi, cime di rapa, pomodori... specie se non acidificate correttamente. Capita che contamini anche marmellate e confetture con poco zucchero o scarsa acidità. In altri casi compare in conserve di carne e pesce fatte in casa. E, come si è capito quest'estate in alcuni casi di cronaca, in salse e pesti conservati a temperatura ambiente senza precauzioni.
I segnali di allarme principali riguardano i barattoli gonfi, un odore insolito, il colore e la consistenza del prodotto alterati. Ma in alcuni casi un alimento contaminato può sembrare del tutto normale. Quindi bisogna stare molto attenti. Altroconsumo ricorda che un prodotto sospetto non va neanche assaggiato, dato che anche una minima quantità di tossina può essere letale.
La tossina si inattiva con il calore. Bisognerebbe cuocere il prodotto a 85 °C per almeno cinque minuti. Ma le spore resistono alla bollitura. Per eliminare del tutto il problema servono 121 °C, cioè il calore prodotto da una sterilizzazione professionale. Quando si preparano conserve, per evitare la contaminazione, è utile acidificare con limone o aceto, usare sale o zucchero nelle giuste quantità e poi pastorizzare. Cioè tenere i barattoli in acqua bollente per venti minuti. Altroconsumo segnala infine che il congelamento non elimina il rischio.