Pilar, al secolo Ilaria Patassini, è romana e al suo fianco ha un produttore come Bungaro. Ogni suo album è una collana di perle senza tempo. L’ultimo, il 4° della sua carriera, è uscito recentemente e si intitola “L’amore è dove vivo”. Dajana – D’Ippolito di cognome – è invece tarantina ed è stata scoperta da Lucio Dalla, con cui ha duettato in “Sei come sei”. Il suo 2° e ultimo album è “Un vecchio noir”, imperdibile mosaico di inediti e omaggi a Carlos Tom Jobim.
Entrambe sono state respinte dal Festival di Sanremocon 2capolavori: “Meduse” e “Lacrima in un oceano”.
Il 1°è del 2010, il 2°dell’anno precedente e da poco è stato ripescato da Gigliola Cinquetti per la sua rentrée discografica a raggio internazionale. Ma non solo: se Pilar è stata scartata da X Factor per mano - incredibile a dirsi - di Morgan, Dajana ha rischiato di far parte della scuola di Amici. Per le Sophisticated Ladies 2.0 della canzone italiana il destino ha riservato altre strade, sicuramente meno facili ma molto più lunghe e gratificanti. Ora sono in piena fase creativa e, tra l’altro, Pilar è in un tour che la porterà ad esibirsi anche al Blue Note di Milano (24 aprile), al Teatro Giacosa di Ivrea (29 aprile), all'Auditorium Bianca d'Aponte diAversa (6 maggio), al Piccolo Regio di Torino (12 maggio) e al Bravo Caffè di Bologna (19 maggio).
Se il tuo biglietto da visita fosse una canzone quale sarebbe?
Pilar: “Dopo l’amore”, la canzone che chiude il mio 2°album (“Sartoria Italiana Fuori Catalogo”).
Dajana: Una canzone che ho scritto… ancora non posso svelarne il titolo!
L’essere stata scartata dai talent show è da considerarsi, nel tuo caso, più una fortuna o una sfortuna?
Pilar: Una grande, grandissima fortuna. Ci andai spinta da amici e collaboratori. Non c’entravo nulla, fu un errore.
Dajana: Non ricordo di essere stata scartata, ho avuto la mia occasione. Non è detto che bisogna sempre salire sul podio. I talent sono un momento di confronto, crescita, ma soprattutto una vetrina live. Chi è seriamente interessato ti nota e poi da cosa nasce cosa.
Cosa rappresenta per te il Festival di Sanremo? Il cantautore, la diva, la canzone, il presentatore e il direttore artistico della sua storia che ti piace ricordare e perché.
Pilar: Nell’ordine: Lucio Dalla nel 1971 con “4 marzo 1943”; Virginia Raffaele perché non è solo un talento incredibile e una persona di grande intelligenza ma anche diva autoironica; “Replay” di Samuele Bersani perché per portare una canzone così a Sanremo ci vuole meravigliosa incoscienza, che infatti fu premiata; inevitabilmente, Pippo Baudo; Fabio Fazio, nella bellissima edizione del 1999. Amo il Festival comunque, incondizionatamente.
Dajana: Il Festival di Sanremo per me è un po’ come un “battesimo” nazionale. Se sei fortunata in pochissimo tempo tanta gente da casa impara a conoscerti e magari ad amarti, altrimenti nel giro di pochi minuti nessuno si ricorderà più chi sei.
Sanremo per me è Baudo… sono cresciuta con il suo “Questo l’ho scoperto io”! Conti non scherza… Mi piace e penso che sia proprio lui il suo erede. Se dovessi pensare ad una canzone… dico solo che mi mancano tantissimo gli anni in cui su quel palco c’erano Mimì, Renato Zero, Samuele Bersani, ecc. Bei momenti, avevi la percezione che su quel palco c’era davvero un Big della musica italiana. Nell’aria, anche da casa, c’era la sensazione a pelle della gara.
Quali sono i tuoi impegni attuali? E i tuoi sogni per il futuro?
Pilar: Sarò in tournée con le canzoni del nuovo disco questa primavera e la prossima estate. Sempre in estate andranno in onda per la Radio Svizzera Italiana 10puntate di una trasmissione incentrata sul rapporto tra interprete e autore.
Per l’autunno-inverno invece è prevista una tournée canadese. Ho ricominciato a scrivere, e questo mi sembra già un buon sogno per il presente.
Dajana: Sono in fase di scrittura per il mio nuovo album, e non ti nascondo che in questo periodo sto scrivendo anche per altre artiste che ammiro tantissimo. Chissà!