Il Mudec di Milano colpisce ancora con una mostra d’eccezione. Una nuova ed interessante esposizione è attualmente in corso. Una restrospettiva dedicata all’artista Jean Michael Basquiat: si viene trasportati in America negli anni che vanno dal 1960 al 1988.

Il giovane Jean-Michael Basquiat fu importantissimo nel quadro artistico americano. Sin da giovane si distinse per essere una personalità ribelle e indipendente. A sedici anni incominciò a disegnare sui muri con un amico di scuola, firmandosi SAMO (same old shit) e utilizzando questo pseudonimo fino alla morte del suo amico.

Dopo un periodo di vita dove visse come un senza tetto, Basquiat divenne una celebrità nella New York artistica. Ebbe l’occasione di incontrare Andy Warhol, con cui costruì una amicizia ed una collaborazione lavorativa proficua, dipingendo con lui numerosi quadri. Il maestro dell’Arte pop Warhol e Basquiat, uno dei primi grandi esponenti del graffitismo, che prese piede nelle strade di New York verso gli anni 80, riuscirono a dipingere dei quadri al contempo rappresentativi dell’epoca e di denuncia verso la società e talvolta la politica.

Dalle opere di questo giovane artista, amato dai galleristi, criticato ed osannato al contempo, traspare spesso le rabbia e il desiderio di affermare la cultura di colore di cui si sentiva portavoce.

Avrebbe voluto fare l’illustratore, ma nel suo destino era segnata fama e successo nell’ambito dell’arte. Basquiat fu il bambino dell’arte, poi l’amante di Madonna, poi l’artista controverso che disegnò graffiti, firmandosi con una corona come simbolo di sé stesso. Tutto questo traspare dalle tele recuperate da materiale in disuso su cui spesso dipinse, memore del fatto, che all’inizio della sua breve carriera, erano le finestre, le porte, gli spazi abbandonati che la città offriva senza costo la sua tela.

Il giovane Jean- Michael Basquiat può essere annesso al gruppo di artisti morti a 27 anni come tanti altri nomi famosi che spaziano da Jim Morrison a Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse e tutti coloro entrati nella “maledizione del 27”. La sua condanna letale fu un’overdose.

Basquiat era un idealista e un sognatore, entrato nel business dell’arte in un momento in cui questo settore divenne espressione di moda e aveva come compratori non solo gli estimatori, ma anche i VIP.

Dall’arte di Basquiat emergono linee vibranti e cariche di energia, tipiche da chi ha conosciuto la dura vita sulle strade, di chi ha provato sensazioni contrastanti e le vuole urlare, passando dalla miseria alla fama fino all’immortalità.La mostra è visitabile al Mudec di Milano fino al 26 Febbraio 2017