La mania per i social può fare brutti scherzi. Prendete Brian Cullinan, 57 anni portati benissimo, una carriera trentennale ricca di soddisfazioni in Pricewaterhousecoopers, culminata in un incarico tanto prestigioso, quanto divertente: occuparsi degli Academy Awards, i premi Oscar che la società di revisione cura dal 1934. Insieme alla collega Martha L. Ruiz, svolgeva da anni queste mansioni, che comportavano qualche responsabilità, ma anche molti privilegi. Tra questi la passerella sul red carpet davanti al Dolby Theatre di Los Angeles con le due enormi borse – contenenti le buste con i nomi di tutti i vincitori, rigorosamente in doppia copia – la vicinanza a tutti i divi di Hollywood, la possibilità di godersi la cerimonia dietro le quinte, vivendo da vicino l’attesa dei premianti e la gioia dei premiati.

Il tweet fatale

È facile immaginare come tutto ciò possa alla fine indurre in qualche distrazione. E proprio questo è successo al momento del tragico errore, quello che ha reso indimenticabile la cerimonia degli ottantanovesimi Oscar: il fatidico scambio di buste che ha portato Warren Beatty e Faye Dunaway ad annunciare erroneamente la vittoria di La La Land come miglior film. Quello che è accaduto dopo sul palco ormai è noto a tutti: la concitazione, i ringraziamenti di chi non aveva vinto interrotti, l’arrivo del cast di moonlight e le prime giustificazioni in diretta. Dopo qualche ora è stato chiaro chi fosse il responsabile della disattenzione, lo stesso Cullinan, che aveva condiviso durante tutta la serata alcune foto su Twitter, poi cancellate in seguito al fattaccio.

La dinamica dell’incidente

Così al momento dell’ultimo premio il revisore aveva perso tempo per postare un’immagine di Emma Stone, raggiante col suo Oscar appena conquistato, finendo per far confusione con le buste, molto simili tra loro, e consegnando all’ignaro Beatty la seconda copia di quella che custodiva il nome della Stone.

L’attore, dal canto suo, aveva capito che c’era qualcosa che non andava, ma la Dunaway aveva rotto gli indugi urlando alla platea il nome del film sbagliato. Le foto del backstage uscite nei giorni successivi sono impietose: riprendono Cullinan mentre fotografa la diva vincitrice e poi, poco prima del fattaccio, le due buste identiche con sopra lo smartphone del revisore.

Il colpevole punito due volte

Insomma, sembrano ormai chiare le cause dell’increscioso incidente che costerà caro a Cullinan, ma anche all’incolpevole Martha L. Ruiz. Infatti, mentre l’indagine interna di Pricewaterhousecoopers ha rivelato che i protocolli per la correzione dell’errore non sono stati avviati abbastanza rapidamente, l’Academy ha fatto sapere – attraverso la presidente Cheryl Boone Isaacs, furiosa anche per le ironie del presidente Trump sulla gaffe – che i due non saranno più chiamati a svolgere quel compito, arrivando anche a mettere in dubbio la storica collaborazione con la società.

Ma non è finita qui: al danno si è aggiunta la beffa, dovuta all’improvvisa popolarità dei due funzionari.

Dopo la diffusione di foto e indirizzi delle loro case, sono stati messi sotto scorta per le ripetute minacce arrivate sui social e per la folla di curiosi che ha iniziato a radunarsi intorno alle loro abitazioni. Quasi una trama da film tragicomico, forse non degno di un Oscar, ma comunque davvero appassionante.