L'ultima cena di Leonardo da Vinci è una delle opere più belle e famose di tutto il mondo, tornata prepotentemente sulla scena artistica globale anche grazie a "Il codice Da Vinci" scritto da Dan Brown. Il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, ha però annunciato un'importante novità: il restauro dell'opera con 2 milioni e 200mila euro di fondi, sia pubblici che privati.

Un milione e 200 mila euro sarà stanziato dal ministero, il restante sarà messo da Eataly, la catena di distribuzione alimentare fondata da Farinetti nel 2004 e diventata in 13 anni leader mondiale nel settore con punti vendita in tutto il mondo.

Farinetti ha detto che questi soldi non saranno messi per far vendere di più i propri prodotti ma perché "Un'azienda come la nostra ha bisogno di questo tipo di cose e perché per i prossimi 500 anni le persone potranno godersi questa cena".

Il celebre capolavoro è stato studiato per secoli centimetro dopo centimetro ma nessuno ha mai capito una cosa fondamentale data l'occasione che aveva riunito Gesù Cristo ed i suoi apostoli e che con il restauro previsto in questi giorni potrà essere ancora più chiaro: cosa stavano mangiando?

Gli storici dell'Arte conoscono l'immagine in ogni suo dettaglio ma nessuno ha mai capito cosa ci fosse nei piatti dei commensali, complici anche le intemperie che hanno deteriorato ma l'esperto di cucina Stefan Gates è riuscito lo scorso anno ad affermare con una certa sicurezza che i discepoli mangiavano anguille alla griglia guarnite con agrumi, più precisamente delle fettine di arance.

I tecnici restauratori guidati da Pinin Brambilla che hanno operato al Santuario di Santa Maria delle Grazie avevano detto tempo fa che sulla tavola c'era del pesce ma le rivelazioni di Gates così dettagliate hanno aperto un nuovo dibattito su un'opera incredibile che ha ormai raggiunto abbondantemente i 500 anni.

Molti prima di Gates avevano provato ad ipotizzare cosa mangiassero i protagonisti dell'Ultima Cena e le ipotesi del professore di storia dell'arte del Mount Holyoke College, John Varriano, secondo il quale Leonardo avesse pensato a dipingere ciò che i fiorentini mangiavano nel '400 più che pensare a cosa mangiavano i palestinesi agli albori del Cristianesimo, erano le più accreditate.

Stefan Gates ha invece esaminato gli oggetti sulla tavola di Gesù, perché si noti bene che nessun commensale tocca i piatti, tutti scossi dall'annuncio del Figlio di Dio secondo cui qualcuno lo avrebbe tradito. Una fotografia perfetta, moderna, dipinta dal genio di Leonardo ed impressa per sempre sulle pareti di una delle basiliche più belle di Milano.

Gates spiega che è rimasto sorpreso dalla mancanza dell'agnello, cibo altamente simbolico per la religione cristiana ma che il pesce è altrettanto simbolico per i religiosi.

I primi cristiani usavano infatti il simbolo dell'Ichtys come codice per incontrarsi sfuggendo alle persecuzioni dei romani e "Ichtys" è la traslitterazione greca della parola "pesce" oltre ad essere l'acronimo greco di "Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore". Uno dei più celebri miracoli di Gesù fu la moltiplicazione dei pani e dei pesci e questo avvalora l'ipotesi di Gates dato che proprio pane e pesce sono due alimenti presenti sulla cena di Leonardo.

Il restauro della meravigliosa opera di Leonardo da Vinci è già cominciato e terminerà entro il 2019.