Dopo San Remo, arrivano gli MTV Awards. Il secondo evento musicale più atteso dell’anno sta per tornare. Due sono le novità di questa edizione: il luogo, dove prenderà vita la manifestazione, e il conduttore. La città che quest’anno ospiterà la manifestazione sarà Roma, mentre a presentare lo show sarà Francesco Gabbani. Il cantante che ha stregato il pubblico dell’Ariston per ben due anni di fila, vincendo nel 2016 le “nuove proposte” con “Amen” e quest’anno nei “big” con “Occidentali’s Karma”, ha deciso di mettersi in gioco vestendo i panni di presentatore per una notte.
La sua ironia e i suoi occhi sorridenti fanno ben sperare sulla riuscita di questa sua nuova impresa e i più sono pronti a scommettere che l’uomo dei record farà centro anche stavolta. Il cantautore carrarese non è digiuno al successo: ha raggiunto e superato quota 97 milioni di visualizzazioni su Youtube, con il suo ultimo video musicale, e si sta preparando ad affrontare la competizione canora Eurovision 2017. I “futurologi” lo vedo già con il premio in mano, ma intanto lui -oltre a ballare di gioia come “una scimmia”, per i traguardi raggiunti- si prepara agli Mtv Awards. Il 27 Maggio, Gabbani non solo sarà il padrone di casa dell’evento, ma parteciperà al contest della Viacom. Infatti, il suo nome compare tra i candidati al premio Best Italian Male, con Marco Mengoni, Tiziano Ferro e Michele Bravi.
Insomma, una sfida nella sfida! E, mentre il popolo di MTV si consuma i polpastrelli votando online per il proprio beniamino, Francesco descrive così- a Vanity Fair- il suo stato d’animo per gli MTV Awards: “È un po’ come se fossi a casa sul divano a vedere gli Awards e si aprisse lo ‘stargate’ di MTV trasportandoti sul palco: cioè una cosa intergalattica!
Spero ovviamente di poter soddisfare al meglio le aspettative!“.
Perché Francesco Gabbani ha tanto successo?
Lo stile narrativo delle sue canzoni è un continuo rimando a modi di dire e citazioni colte che attingono al patrimonio culturale dell’umanità, con il risultato di un immediato riconoscimento in chi ascolta.
Parole come “essere o dover essere”, “pantarei”, “oppio dei popoli” a livello cognitivo hanno lo stesso effetto delle keywords per un motore di ricerca, spingono cioè il nostro cervello a ripescarle nei meandri della memoria.
Ecco che, ascolto dopo ascolto, la soglia dell’attenzione si affina e non è più il sorriso, il balletto divertente o il motivetto accattivante, a colpire l’ascoltatore ma la storia che quest'ipertesto racconta. Le canzoni di Gabbani disegnano un quadro nitido della società contemporanea: fatta di aspirazioni del sé –citando Maslow- ma al tempo stesso assettata di quiete per l’anima; immersa nella tecnologia per essere più social ma asfissiata in recinti fai da te; sempre più smart per i dispositivi che utilizza ma più povera per la disabitudine all’esercizio del proprio intelletto.
È il “lector in fabula”, direbbe Umberto Eco, a generare tanto successo. Come -vi chiederete voi lettori- non “sono solo canzonette”?