Albert Johnson, rapper conosciuto in tutto il mondo con lo pseudonimo di Prodigy, si è spento la scorsa notte in un ospedale di Las Vegas, a causa di complicazioni dovute alla malattia che lo accompagnava sin dalla nascita, l'anemia falciforme. Fondatore del duo Mobb Deep insieme al suo amico e fedele compagno di vita Havoc, Prodigy è stato un vero pioniere e colonna portante dell'hip hop sin dalle faide East Cost - West Coast, che hanno dominato negli anni '90, schierandosi al fianco di Notorious B.I.G. nella East Cost, contro il rivale di sempre Tupac.

L'album che ha catalizzato l'attenzione della scena sul duo newyorkese è il secondo disco pubblicato, The Infamous, considerato uno dei capisaldi del genere hardcore rap e mentore per molti altri artisti contemporanei e futuri. Ricordiamo anche l'album solista di Prodigy, H.N.I.C. , che ha venduto circa 700.000 riscuotendo un ottimo successo.

I Mobb Deep sono stati uno dei gruppi più importanti in USA, portando nuove sonorità e soprattutto nuovi stili, dai campionamenti agli argomenti trattati, dalle liriche ai primi street video (tra i quali ricordiamo i più celebri Shook Ones pt II e Survival of the Fittest). Hanno collaborato praticamente con tutta la scena rap statunitense, sia con illustri colleghi già di fama mondiale (Nas, Busta Rhymes, Snoop Dogg, Method Man, Kool G rap) sia con giovani emergenti magari ancora sconosciuti.

In particolare Prodigy, con il suo stile e il suo carisma, è riuscito ad influenzare, anche a distanza di anni e di generazioni, molti rapper di altre nazioni; in Italia ad esempio sono molti gli artisti che si dichiarano fan sfegatati dei Mobb Deep, cresciuti con i loro album e con le loro tematiche violente e real.

Ieri con la morte di Prodigy sui social network c'è stata una solidarietà ed un dispiacere generale ai limiti dell'immaginabile: centinaia di artisti (rappers e non) di tutto il mondo hanno condiviso pensieri, foto e pareri su ciò che è riuscito a creare Prodigy, sui lavori che ha condotto e soprattutto sulla persona che è stata.

Sgomento e incredulità alla notizia della scomparsa del rapper newyorkese, lodandolo e ringraziandolo per tutto il lavoro svolto e per gli insegnamenti dati in termini di metrica, contenuti e punchline.

Con la scomparsa di Prodigy non è morto solo un uomo, un rapper, un artista; è morta una parte importante dell'hip hop, è morto un uomo che ha dato il giusto valore ad un genere per anni rifiutato e mal visto; è morto l'hardcore rap puro e perfetto; è morto l'idolo di migliaia di artisti e l'amico di altrettante persone.

Ieri, esattamente come con B.I.G. e Tupac, se n'è andato per sempre un'altra colonna portante del rap. Stavolta però si ritroveranno senza pregiudizi, senza appartenenza ad una "Coast", senza rancore, ma solo con l'amore puro che avevano per questa musica. R.I.P. King Prodigy