Tra besteller spesso solo commerciali, da "Melissa P." alle "Sfumature di Grigio" in serie, la letteratura erotica, se non certo porno soft mediatico e culturale, è certamente un trend, non necessariamente negativo, ma si può andare oltre. Lo scrittore e postfilosofo Fabrizio Ulivieri (di Firenze) lo dimostra con saggi e romanzi profondi e pulsionali.
Oltre al saggio di stampo anche provocatorio "Il culo e la riduzione fenomenologica", in particolare il suo ultimo e appena pubblicato lavoro narrativo, "Rugile" (Giulio Perrone, L'erudita, 2017) segnala un certo ritorno ad un esistenzialismo sessuale e sensuale: tra Camus, Bataille, e la migliore psicanalisi culturale, da Freud a Lou von Salomé, passando per il dionisiaco moderno di Hillman o quello transfuturistico dell'italiano Vitaldo Conte.
Senza dimenticare aggiornamenti post Fisica Quantica, molto sulla scia di certa fantascienza cosiddetta connettivista, che da tempo parla di sesso quantico.
Erotismo e Fisica Quantistica
Ulivieri, controcorrente rispetto a un certo trend molto liquido tipo "Sfumature di grigio" (e nero, rosso...) dell'inglese E.L. James, la tua poetica erotica rilancia certa tradizione del '900, da Bataille a Camus, l'eros come Sofia e conoscenza, esatto?
Sì, per me l'eros è conoscenza, soprattutto di quella realtà sottostante all'istinto sessuale, che io ho spiegato in "Rugìle" (il mio romanzo), usando la fisica quantistica in contrapposizione al mondo quantico - classicality newtoniana.
Il sesso, nella classicality, è elemento di disturbo per la mentalità cattolica (e bigotta) italiana, è un fattore di pro-vocazione (di tirare fuori da zone di confort), è ormoni per chi ama e crede nella vita, è il grido dell'individuo che dice al mondo "Ehi ci sono anche io!".
Nel mondo quantico è invece bits, informazione che fa parte di un programma universale, che crea tutti gli elementi della classicality (i sistemi complessi poggiano su quelli semplici).
Oltre il neorealismo osboleto
Ulivieri, un autoritratto in libertà?
Mi definisco uno scrittore che crea, conosce e combatte. Per me scrivere è rompere gli schemi della cultura neorealista italiana che ancora domina il modo di scrivere italiano.
La maggioranza degli autori scrive secondo uno schema neorealista, o come scriveva Svevo o la Deledda...Non faccio i nomi, non mi piace farli.
Per me scrivere è dare ritmo alla storia e non buttare giù pagine noiosissime. Il 95% delle cose che si leggono annoiano mortalmente, perché chi scrive ripete memes. Non crea, non innova, non ha messaggi da dare o contenuti da affermare come facevano gli esistenzialisti. Producono memes, ripetendo mode e interazioni che vanno di moda.