The National è una band statunitense composta da Matt Berninger (cantante), Aaron Dessner (chitarra, piano), Bryce Dessner (chitarra), Scott Devendorf (bassista) and Bryan Devendorf (batteria). Lo scorso 8 settembre è uscito il loro settimo album in studio dal titolo Sleep Well Beast, contenente ben dodici tracce.

Uno sguardo all'album

"Loss of no other faith is light enough for this place/ We said we'd only die of lonely secrets" canta Beninger nel primo singolo estratto dal loro lavoro discografico "The Systems Only Dreams in Total Darkness". Questa canzone esprime pienamente l'essenza di "Sleep Well Beast": la necessità di comunicare alla persona amata la ricerca di un pezzo mancante nella loro relazione, o di cercare di spiegarle il proprio stato d'animo.

I testi proposti da The National sono sempre frutto di esperienze personali dei membri della band, il che li rende autentici e ancor più apprezzati dal panorama musicale alternative rock e indie. Alla loro abilità di scrittura, va aggiunta la loro capacità di mettere su un sound sempre in continua sperimentazione, capace di fondere l'elettronica con suoni propriamente rock. Sono queste le caratteristiche che hanno reso la band di Cinicinnati famosa e ben riconoscibile. Il loro tour europeo promozionale dell'album (nessuna data prevista al momento in Italia) è andato tutto sold out, segno di come The National siano diventati un fenomeno musicale ben consolidato.

La consapevolezza dei sentimenti

"Sleep Well Beast" è soprattutto un nuovo livello di maturità musicale raggiunta da The National. Lo si percepisce in ballate come "Nobody Else Will Be There" e "Carin at The Liquor Store", nelle quali le mille sfaccettature di un rapporto d'amore non vengono ridotte in semplici ritornelli scialbi, ma sono affrontate con la consapevolezza delle loro conseguenze turbolente, ma anche pacificatorie.

Questo album è anche un viaggio nella vita di ogni giorno, nelle battaglie con i propri demoni interiori, nel piacere di annegare tutto in un bicchiere di vodka come raccontato in "Day I Die", forse il brano più rock dell'intero album. Ne hanno fatta di strada Beninger e compagni da quel lontano 2001, anno del loro primo omonimo album.

Sono diventati uomini che non intrappolano il loro pubblico in storie lontane dal quotidiano, ma raccontano con il loro stile inconfondibile quella normalità tanto semplice, ma proprio per questo capace di arrivare dritta al cuore e alla mente.