Un grandissimo successo di share, oltre il 25% e sei milioni e mezzo di spettatori incollati al televisore per assistere allo sceneggiato RAI sulla vita e la carriera di Fabrizio De Andrè. "Il principe libero", così intitolata la fiction, si è proposto di ripercorrere quelli che sono i momenti salienti di tutto il percorso artistico e umano del cantautore genovese. La vicenda parte dal rapimento di Fabrizio e la moglie Dori Ghezzi, avvenuto in Sardegna, lasciandosi poi andare in un lungo flashback che parte dall'infanzia del cantautore fino al successo.

Così si racconta il delicato rapporto di Fabrizio con la sua famiglia di ceto alto-borghese, la prima chitarra ricevuta in regalo e la sua adolescenza. Quello di De Andrè è un personaggio enigmatico, da sempre affascinato da ciò che è basso, degradato, dalla prostituzione all'alcol, fino alle cattive compagnie. Nel film si ripercorre molto bene anche la sua profonda e sincera amicizia con Paolo Villaggio e i momenti decisivi della sua carriera: dalla difficoltà ad affrontare il grande pubblico (amava suonare e cantare per gli amici, in intimità) fino ai litigi per la censura dei suoi testi più sferzanti.

Tante polemiche via social

Ma ciò che non è andato giù agli amanti più sensibili di Fabrizio de Andrè è stata la superficialità con cui è stato affrontato il lato umano e artistico del cantautore.

Attraverso i social molti fan hanno fatto sentire la propria voce riguardo allo spazio eccessivo riservato al gossip e ai fatti di cronaca, decisamente meno rilevanti del pensiero e dell'arte del cantautore genovese. Alcune volte inoltre, nelle scelte delle canzoni utilizzate da sottofondo per esaltare alcuni momenti della fiction, sono stati fatti degli errori diciamo cronologici.

Senza parlare del fatto che alcune opere di De Andrè non sono state nemmeno nominate. L'ultima polemica è scoppiata proprio sul finale, quando ad accompagnare i titoli di coda vi era la celebre canzone "Bocca di rosa", probabilmente la più famosa di Fabrizio De Andrè. L'ira dei fan si è scatenata quando nel bel mezzo della canzone (cantata dal vero Faber e non da Luca Marinelli come in altre occasioni del film), la Rai ha deciso di tagliare il brano e i titoli di coda per far partire la pubblicità di una panna da cucina. A seguire poi la trasmissione "Porta a Porta", che aveva tra gli ospiti anche Silvio Berlusconi, non ha fatto altro che alimentare la rabbia per aver mutilato il capolavoro di De Andrè.