Fabrizio Nitti è un cantautore ligure che ha partecipato all’Accademia di Sanremo ‘97 assieme a Paolo Agnello, vincendo con il brano “Genova”. L’anno successivo, è approdato nella categoria Giovani del Festival di Sanremo con il brano “I Ragazzi innamorati”. Nel 2004 Fabrizio e Paolo hanno deciso di separarsi, continuando ad intraprendere strade diverse. Gli anni successivi, Nitti ha partecipato due volte alla Premiazione Bindi, dedicata alla canzone d’autore arrivando al secondo posto: la prima volta con il brano “Voglio anche te” e la seconda con “Liguria”.

Nel 2014 ha interpretato il brano “Noi due” di Umberto Bindi pubblicato nel disco Tributo “Il mio mondo solidale” per ricordare il cantautore scomparso prodotto dall’Associazione Culturale “La voce delle donne” di Roma.

Lo scorso anno è uscito “Una ragione per essere qui”, album contenente cinque brani: “Liguria”, ” Una ragione per vivere”e “E Penso a te” tributo a Lucio Battisti, “Vedrai e vedrai”omaggio a Luigi Tenco ed infine “Emanuela”. Quest'ultimo ricorda con grande sensibilità la vicenda straziante della donna poliziotto facente parte della scorta di Paolo Borsellino rimasta vittima del terribile attentato di via D’Amelio a Palermo. Per sapere qualche curiosità su questo progetto, noi di Blasting News abbiamo intervistato Fabrizio ed ecco cosa ci ha raccontato.

L'intevista

Ciao Fabrizio, la prima domanda che vorrei farti è d’obbligo e racchiude l’argomento principale di quest’intervista: chi era Emanuela Loi?

Emanuela Loi, come sappiamo, era la prima donna poliziotto che faceva parte della scorta di un noto giudice e da quello che si racconta era molto caparbia nel suo lavoro. Lei era stata da poco assegnata alla scorta del giudice Borsellino e purtroppo ci fu l’attentato di cui tutti ora conosciamo e di cui le rimase vittima assieme a tutti suoi colleghi.

La cosa che mi colpì tanto quando successe il fatto, è che in questa scorta ci fosse anche una donna e quindi colpì particolarmente la mia sensibilità. Inoltre, era un periodo in cui successero molti attentati. Nel primo morì Falcone e subito dopo Borsellino che erano due persone che hanno dato un contributo molto importante come la lotta contro la mafia.

Nella canzone che ho fatto, si parla anche di questo argomento relativo a chi combatte la mafia anche da una prospettiva un po’ diversa da chi magari non è un personaggio principale come può esserlo un magistrato. In questo caso, si parla di una poliziotta che faceva parte della scorta che ha dato un ruolo molto attivo ed importante nella lotta contro la mafia e sono la tutela della vita di un personaggio molto importante”.

La tua canzone dedicata ad Emanuela Loi e le vittime della Mafia. Quando e come è nato questo brano?

“La canzone di Emanuela è nata due giorni dopo l’attentato ed è rimasta lì nel cassetto. Poi, quando ho avuto l’opportunità di realizzare quest’album e quando dovevo decidere quali canzoni scegliere di cantare, sono andato a riprendere questa canzone che tra l’altro è stata scritta assieme a Paolo Agnello.

Poi, ho modificato un po’ il testo del brano per arrivare alla stesura finale che è quella che ho pubblicato nel disco. Quando succede un fatto particolare ti metti a scrivere di getto una canzone e quindi pubblicare a distanza di tempo una canzone, mi ha fatto sentire l’esigenza di aggiungere o dire delle cose che forse non avevo mai detto e così è stato. Una canzone rivolta ad Emanuela come se mi potesse ancora ascoltare, ma allo stesso tempo è rivolta all'atteggiamento mafioso che ho criticato. Infatti, quando dico “vagamente avvoltoi” voglio dire che la mafia non ti avvisa quando ti fa l’attentato e ti prende alle spalle. In questo caso, parlando di Emanuela il dramma è anche di chi le stava intorno, quindi la famiglia, gli amici ma anche se stessa perché le sono stati ammazzati dei sogni.

Dopotutto, aveva 24 anni e stroncare una vita che deve ancora sognare e raggiungere quello che si desidera, fa molto male”.

Nel brano ci ha colpito particolarmente una frase piuttosto forte: “uomini fieri piccoli e mai diventati grandi”. Qual è il suo significato?

“Questo significa che dal mio punto di vista, che chi fa violenza in genere rimane piccolo. Poi, è anche una critica all’atteggiamento mafioso che dicevo prima. La mafia attraverso la sua trappola va a colpire senza affrontarti a viso aperto e questo è un atteggiamento di chi non è “grande” perché questo non significa vincere”.

Inoltre all’interno del suo album “Una ragione per essere qui” c’è un canzone chiamata “Liguria” e “Una ragione per vivere”.

Che cosa vorresti raccontare con questi brani?

“Il mio album, come dicevo, si completa con altri brani di mia composizione. Una ragione per vivere che è l’anima evocativa dell’album infatti fa un po’ di considerazioni sulla vita in generale di ognuno di noi, ma anche quello che uno si sente di dire nella propria vita. Ad esempio, qualcuno di ti dice che nella vita non cambierà mai nulla, ma in realtà non è così perché la vita non è mai una partita persa perché bisogna giocarsela. Quindi, si va parlare di quello che può essere la vita con l’aspettare dei sogni e grandi battaglie che hanno ogni uomo ed ogni donna per poi arrivare anche a quelle considerazioni su battaglie un po’ più grandi che hanno riguardato la storia del nostro Paese.

Ad esempio, piazza Fontana e la strage di Bologna che sono anche queste simbolo di attentati di cui purtroppo a distanza di anni non si sanno chi erano i colpevoli. Sono morte tantissime persone per nulla e i responsabili le hanno uccise senza alcuna ragione. Purtroppo, queste sono storie che in Italia rimangono. Anche i famosi anni di Piombo erano un modo sbagliato per sostenere idee diverse da quelle potevano essere il loro Stato. A volte, si sente parlare spesso di poteri occulti e di concatenazioni che sono difficili da ricostruire. Poi, qualcuno sospetta tante cose, però non voglio fare l’investigatore, ma si conosce anche qualcosa della strage di Ustica ma sempre in maniera confusa. Anche lì, si dice che sia stato un missile o una bomba e lì forse c’è qualcuno che ha voluto nascondere qualcosa per non creare, forse, qualche incidente internazionale.

Diciamo che quello che a me affligge, è che purtroppo in queste tragedie ci va in mezzo della gente e delle persone che hanno una loro vita, una loro storia alle quali viene tolto il diritto di vivere”.

Possiamo dire che quello che hai voluto raccontare è anche quello che sta succedendo oggigiorno con vari attentati terroristici.

“Si, se vogliamo parlare di terrorismo internazionale. Poi, in una delle mie canzoni dico “per ogni guerra che vivi” che è una frase che contiene un po’ di tutto, c’è la guerra in generale, una piccola guerra nelle nostre vite e nel nostro lavoro piuttosto che in altri ambiti. Purtroppo, le guerre che sappiamo sono quelle fatte in certi paesi, dove non ci sono libertà e diritti.

Infatti, in alcune parti del mondo le donne purtroppo non hanno dei diritti, vengono segregate e maltrattate. Nel mondo ci sono diverse categorie che tante persone conducono piccole e grandi battaglie che magari stiamo vivendo e che riguardano la nostra vita. Questi sono i fatti di terrorismo internazionale che ci coinvolgono tutti su larga scala. Nonostante tutto questo, io incito alla vita ma l’unico caso in cui ovviamente rimango disarmato e quello che cito anche nella canzone, cioè quando dico “tu uomo che muori, hai la morte nelle ossa”, che significa che prima o poi la vita finisce anche a causa di una terribile malattia. In tutti gli altri casi, vale la pena continuare a vivere, a lottare per diventare qualcuno per te stesso, per la tua vita e per chi ti sta intorno”.

A proposito di diventare qualcuno, hai fatto due tributi dedicati a Tenco e Battisti, due grandi pilastri della musica italiana. Raccontaci qualcosa.

Diciamo che quando occorre avvicinarsi a dei brani del genere, bisogna sempre farlo in punta di piedi, in quanto sono stati ricantati da tantissimi artisti della storia della nostra musica italiana e non solo. Però, bisogna cercare di parlare un po’ del tuo mondo musicale, del tuo modo di cantare e del tuo modo di interpretare le canzoni. Poi, l’idea del tributo è venuta dal fatto che la mia produzione “La voce delle donne” ha dato origine ad una collaborazione nella quale sono stato contattato per fare solo l'interprete di una compilation che ricordava il cantautore scomparso, Umberto Bindi.

Una compilation, chiamata “Un mondo solidale” nella quale diversi artisti cantavano i brani di Bindi e io ho scelto di interpretare il pezzo “Noi due” per quasto progetto. Inoltre, con la produzione, visto il rapporto che era noto grazie a questa compilation per fare un tributo, ho pensato che mi sarebbe piaciuto farla anche con questo disco, intitolato “Una ragione per essere qui”. Quindi, ho scelto senza nulla trogliere ad altri cantautori, quelli che mi sono sembrati più vicini a me. Ad esempio, Tenco che è una sorta di capostipite della canzone d’autore e poi Battisti che rappresenta il confine nobile tra la canzone d’autore e quella pop. Ho avuto la possibilità di conoscere Massimo Luca, che è stato lo storico chitarrista di Lucio Battisti e che ha suonato anche per i più storici cantautori italiani come Bertoli, Fabio Concato e molti altri… Per me, è stato un onore suonare con uno che ha fatto la storia della musica italiana."

Attualmente siamo in tema con il Festival di Sanremo, al quale hai partecipato portando la prima volta “Genova” e la seconda “I ragazzi innamorati”.

Che cosa ti ricordi di quegli avvenimenti?

Si, tra l’altro quest’anno sono venti anni dalla mia partecipazione a Sanremo. Comunque, all’epoca ho partecipato assieme a Paolo Agnello all’Accademia Sanremo, portando come brano Genova e abbiamo vinto! Poi, c’è stato il passaggio a novembre a Sanremo Giovani e abbiamo superato le selezioni per poi arrivare al vero e proprio Sanremo le Nuove proposte, quando condussero Vianello, Eva Herzigova e Veronica Pivetti. Ricordo che lo vinse la Minetti e noi avevamo portato il brano i “Ragazzi innamorati” e anche se non siamo riusciti a vincere è stato comunque un riscontro positivo. Però, abbiamo vinto il Premio Recanati, e successivamente il nostro duo si è rotto ma siamo comunque rimasti amici. Ma la cosa che ricordo più con piacere di Sanremo sono stati i complimenti che mi fece Bruno Lauzi per la canzone “Liguria”, e infatti quando stava uscendo il nuovo disco lui voleva addirittura inserire il brano nel suo album. Inoltre, voleva cantarla assieme a me ma purtroppo non è stato più possibile”.

Se qualche anno dovessi tornare sul palco dell’Ariston con quale canzone ti presenteresti?

“Come sappiamo, le canzoni per Sanremo non devono essere mai esibite in pubblico, quindi ovvio che le canzoni che ho inciso sul disco non potrò mai cantarle sul palco dell’Ariston. Però se avessi potuto scegliere un brano di questo disco per esibirmi a Sanremo avrei scelto Una ragione per vivere oppure Emanuela”.

Il prossimo 23 febbraio terrai un concerto presso la Claque di Genova. Cosa farai in questo incontro?

“Il 23 febbraio a Genova, io e Paolo Agnello faremo doppio concerto dove presenterò il disco, mentre lui i suoi brani. Attualmente, stiamo organizzando un minitour nei vari club musicali d’Italia e vediamo cosa riusciamo a fare. Poi, non ho un colosso discografico ma ho la produzione che è sicuramente fatta di grandi colossi e il mio atteggiamento è quello di grande umiltà e se posso permettermi da “artigiano della musica”. Insomma, costruisco o cerco di costruire la musica e le canzoni e cerco di avere un approccio da creatore nella costruzione del mio lavoro di cantautore. Per quanto riguarda i progetti futuri, vi aggiornerò quando ci saranno delle novità”.