Come i contorni delle cose mutano in un istante al passaggio dell'alba e la separazione fra buio e luce è un filamento sottile che divide la notte ed il giorno, altrettanto repentinamente la vita della scrittrice dacia maraini cambiò condizione e la bambina felice si trovò ad essere internata, insieme ai genitori e alle due sorelline, in un campo di prigionia in Giappone. Una vicenda terribile che il film-documentario "Haiku on a plum tree", il primo lavoro come regista della nipote Mujah Maraini-Melehi, ripercorre per raccontare i fatti accaduti nella storia di una famiglia che intreccia la grande storia.

L'antropologo Fosco Maraini aveva scelto l'insegnamento ad Hokkaido dove si era trasferito nel 1938 con la moglie, la nobildonna siciliana Topazia Alliata, e le figlie. Mentre in Europa imperversava la Seconda Guerra Mondiale, il governo giapponese, dopo l'8 settembre, chiese ai Maraini di firmare l'adesione alla Repubblica di Salò ma Fosco si rifiutò determinando lo stato di prigionia per sè e per i familiari. L'Italia era lontana, la firma era un gesto semplicissimo, avvertibile come un'ovattata formalità rispetto agli echi della guerra, ma i giovani coniugi scelsero la radicalità della coerenza nell'opposizione alle sopraffazioni totalitarie.

La cultura che salva la vita

Nel campo di concentramento giapponese si pativa la fame ed il freddo e le bimbe rischiarono ben presto di morire.

Il padre, studioso e conoscitore della psicologia giapponese, un giorno per ottenere l'attenzione dei carcerieri si tagliò il dito mignolo. La scena produsse in tutti un'enorme impressione ma il rigore dimostrato fu premiato dato che da quel momento le bambine ebbero pasti più abbondanti. Fu poi l'arrivo degli alleati, americani con le abbondanti provviste di cibo cadute dal cielo, a sancire la liberazione dei prigionieri.

"Haiku on a plum tree" è stato presentato in Giappone all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo lo scorso 19 novembre ed il 3 marzo di quest'anno era al Glasgow Film Festival. Le prossime date italiane comprendono l'appuntamento di sabato 7 aprile al Cinema Odeon di Firenze con la presenza di Dacia Maraini e successivamente a Milano al cinema Beltrade il 19 giugno.

Le musiche del documentario sono di Ryuichi Sakamoto che ha composto un brano originale intitolato "Italian Ainu" dedicato all'antropologo, esploratore, scrittore, Fosco Maraini. La famiglia che ha subito la persecuzione non vuole ombre sul Paese del Sol Levante perchè è solo la guerra e la sua forza distruttrice ad individuare il "nemico", ma come il gioco delle luci all'alba, la trasformazione è sempre possibile.