Lo scrittore Paolo Giordano è pronto a divulgare un nuovo Romanzo di formazione. Nel 2008 è stato il vincitore, come opera prima, del prestigioso Premio Strega, con il più che conosciuto “La solitudine dei numeri primi”. A questo grande successo editoriale seguiranno altri titoli – “Il corpo umano”, “Il nero e l’argento” – che i suoi fan leggeranno con attenzione e passione. Giordano è uno dei pochi scrittori che si sono guadagnati un seguito e un successo difficile da replicare in questa stagione storica. Nell’era di internet e del digitale anche la fruizione della pagina scritta è mutata.
Tuttavia, i lettori dei libri dello scrittore torinese sono sempre più numerosi. Per il romanziere italiano è pronto per uscire, in data 8 maggio 2018, “Divorare il cielo” (Einaudi, pagine 430).
Il nuovo romanzo
La storia che Paolo racconta nel suo nuovo lavoro letterario fa uso di un escamotage paesaggistico e ambientale di particolare pregnanza. È, infatti e da un certo numero di anni, diventato patrimonio culturale comune a tutti gli italiani, e a buona parte dei turisti stranieri, la conoscenza e frequentazione delle masserie in terra pugliese. È sicuramente stata una scelta centrata, quella di abbinare questi posti legati al mondo contadino e pastorale, alla storia aspra che sorregge le figure disseminate fra le pagine di “Divorare il cielo”.
Sull’aia e sotto il sole terso che batte intorno alla masseria – che prende il nome da masserizie, suppellettili – trova posto la voglia dei protagonisti di affrancarsi da un mondo agreste e bucolico. Essi sono combattuti tra il pur presente radicamento alle loro origini, alla loro terra, e l’ambizione di andare oltre.
Prendere anche il cielo
È proprio il titolo dell’opera che spiega la deflagrazione che incombe sui tre fratelli che conducono il racconto di Giordana. Essi, in perfetto accordo con la tipologia del romanzo di formazione, sono attanagliati da bisogni contrastanti e che rappresentano, pur tuttavia, la strada verso la maturità.
“Divorare il cielo” come, in altre parole, volere tutto; persino il cielo. Anzi e aggressivamente, divorarlo quel cielo. I nomi dei tre fratelli sono Bern, Tommaso e Nicola. Sono loro che, con Teresa, si muovono in quella masseria sospesa tra presente e futuro. Tra montagne di mandorle da sgusciare nell’assolato paesaggio pugliese, i quattro giovani troveranno le ragioni – la religione, la natura, un figlio – per credere a un’esistenza dotata di scopo.